venerdì 12 novembre 2010

La bioarchitettura e le "case attive"

In rapporto allo studio della relazione ambiente-uomo, la bioarchitettura – per qualche tempo – è stata un ottimo candidato per assolvere questo compito.

Purtroppo ora è quasi sempre banalizzata e ridotta al mero
risparmio energetico, dimenticandosi che l’obiettivo primario della progettazione è creare il benessere abitativo. Materiali ecocompatibili, risparmio energetico, sostenibilità… sono tutte esigenze importanti che però non dovrebbero far deviare dall’obiettivo primario del progettista: il benessere abitativo dei fruitori.

Esigenze… di chi?!
Spesso queste esigenze sono imposte per venire incontro a necessità sociali, economiche e culturali in primo luogo, e (forse) ambientali in secondo luogo, ma in prima battuta non hanno molto a che vedere con il benessere abitativo. L’obiettivo di una corretta progettazione dovrebbe essere il massimo benessere e la massima fruibilità ambientale degli occupanti, non realizzare una ‘casa passiva’ o sistemare in qualche modo i
pannelli solari. Si confonde il mezzo con il fine… arrivando al paradosso.

Si pensi che in certe zone d’Italia (tra cui alcune dichiarate patrimonio dell’umanità) esistono regole molto restrittive per la scelta di materiali e forme da utilizzare nelle costruzioni/ristrutturazioni, creando a volte difficoltà ai privati. Questo per preservare lo stile costruttivo locale e per rispettare i vincoli paesaggistici. Ma in queste stesse zone vengono autorizzate enormi installazioni di pannelli solari. Forse che questi non hanno un impatto ambientale o paesaggistico? E forse qualcuno pensa che non abbiano un’influenza sulle persone che vivono nei paraggi?!

Ancora una volta l’occidente dimostra un carattere schizofrenico. Per decenni nessuno – in primo luogo chi se ne doveva occupare – si è mai curato del paesaggio, del risparmio energetico e della progettazione ecocompatibile, mentre parecchie autorevoli voci si sono alzate per fare notare l’errore, rimanendo inascoltate.
Ora siamo arrivati all’opposto: l’imperativo categorico del risparmio energetico a ogni costo, mancando ancora una volta l’obiettivo. Il reale compito del progettista è quello di progettare una casa per gli uomini, dove essi possano vivere in pienezza e soddisfazione.

La stessa idea di ‘casa passiva’ è una contraddizione in termini, perché se la casa è un essere vivente… nessun essere vivente è ‘passivo‘! Tra l’altro questa idea contraddice le basi stesse della bioarchitettura, ove la casa è concepita appunto come organismo vivente composto di più ‘pelli’… un organismo che deve respirare!

Ma tant’è… noi riteniamo che l’accento vada posto su ben altri fattori, e per fare questo riteniamo importante prima di tutto capire che cosa è una casa, perché è costruita in un certo modo e come funziona. E in questo compito ci può aiutare la serie di articoli firmati da Marzia Mazzi, che pubblicheremo a partire da oggi. Buona lettura quindi!

[ Fonte: Mondocasablog.com ]

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