Acquistare una nuova abitazione realizzata secondo i canoni della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica costa ancora qualcosa in più rispetto all’utilizzo di tecniche tradizionali, ma il surplus può essere abbattuto nel giro di pochi anni, se a questo si aggiunge un utilizzo prudente dell’immobile.
“Lo scenario attuale è molto diverso da quanto si potesse immaginare solo qualche anno fa”, riflette Carmine Prinzo, responsabile area tecnica di La Ducale (società di sviluppo immobiliare del gruppo Tecnocasa), che sta curando Habitaria (foto in alto), intervento immobiliare residenziale in classe A ubicato a Paullo, nella zona est di Milano.
“I passi in avanti compiuti sulle tecnologie per i materiali consentono di realizzare edifici a elevata efficienza energetica e con l’impiego di prodotti in buona parte naturali a un prezzo che oscilla dal +12% (per la classe B ovvero consumi energetici compresi tra i 30 e i 50 kWh per metro quadro all’anno) al +18% (classe A, vale a dire meno di 30 kWh annui al metro quadro ) rispetto a una costruzione realizzata con le tecniche tradizionali”.
Un gap di prezzo pressoché dimezzato rispetto a quanto rilevato sul mercato solo tre o quattro anni fa. “Per altro questo prezzo aggiuntivo è in buona parte dovuto a una maggiore cura delle rifiniture nella scelta degli elementi cruciali per i consumi domestici”, aggiunge Prinzo. A cominciare dall’installazione di pompe di calore geotermica, che ricava l’energia necessaria per il riscaldamento attraverso l’acqua di falda o il terreno, oltre che dalla presenza di pannelli fotovoltaici sui tetti dell’edificio. “Due interventi che permettono di azzerare i costi condominiali”, spiega il manager di La Ducale.
Il resto lo possono fare l’adozione di tecnologie solari attive (come i collettori solari) o passive (masse di accumulo e gestione dei moti convettivi dell’aria), oltre che la realizzazione di sistemi domotici all’interno degli appartamenti e l’impiego di materiali, vernici e rivestimenti a basso impatto inquinante. “Le variabili in gioco, dalle abitudini familiari all’ubicazione dell’abitazione rendono difficile effettuare stime sul ritorno dell’investimento necessario per abitare in una casa eco-sostenibile e ad alta efficienza energetica”, aggiunge, “ma a spanne la tempistica può oscillare dai tre ai sette anni”.
Senza dimenticare l’impatto che una scelta di questo tipo ha sull’ambiente nel suo complesso: oggi il 31% dell’energia elettrica e il 44% di quella termica (combustibili) viene utilizzata in ambito residenziale. Buona parte di queste fonti energetica è destinata alla climatizzazione dei locali (riscaldamento invernale e raffrescamento estivo), con una quota rilevante rappresentata dagli elettrodomestici. E, soprattutto, con una tendenza di questa componete a crescere, alla luce di dispositivi sempre nuovi lanciati sul mercato.
Gabetti, che sta ultimando il suo primo complesso residenziale in classe A nei pressi di Murta Maria (Olbia), ha messo a punto per Tekneco una simulazione dei costi di costruzione che aiuta ad avere un quadro più chiaro della situazione. “L’acquisto dell’area edificabile non presenta differenze”, spiega Massimiliano Miceli, direttore generale di La Gaiana, società di Gabetti che sta realizzando il progetto, “e lo stesso vale per la progettazione. Si possono stimare 200 euro in più al metro quadro in fase di costruzione, che nel complesso costituiscono il 5% del totale o poco più”. Quanto il maggior aggravio per i costruttori si traduca in un maggior costo per i consumatori è, però, difficile dirlo: “Nelle condizioni attuali di mercato la vera discriminante è la possibilità o meno di vendere un immobile in tempi ragionevoli (tre o quattro mesi): obiettivo a portata di mano solo se si costruisce secondo criteri di efficienza energetica”. Una situazione che in alcuni casi spinge i costruttori a vendere le abitazioni di classe più elevata persino allo stesso costo delle tradizionali: “Questo perché la società immobiliare trasferisce sul consumatore finale il risparmio ottenuto sul fronte degli oneri finanziari”, conclude.
[ Fonte: Tekneco.it - Articolo di Luigi Dell'Olio ]
“Lo scenario attuale è molto diverso da quanto si potesse immaginare solo qualche anno fa”, riflette Carmine Prinzo, responsabile area tecnica di La Ducale (società di sviluppo immobiliare del gruppo Tecnocasa), che sta curando Habitaria (foto in alto), intervento immobiliare residenziale in classe A ubicato a Paullo, nella zona est di Milano.
“I passi in avanti compiuti sulle tecnologie per i materiali consentono di realizzare edifici a elevata efficienza energetica e con l’impiego di prodotti in buona parte naturali a un prezzo che oscilla dal +12% (per la classe B ovvero consumi energetici compresi tra i 30 e i 50 kWh per metro quadro all’anno) al +18% (classe A, vale a dire meno di 30 kWh annui al metro quadro ) rispetto a una costruzione realizzata con le tecniche tradizionali”.
Un gap di prezzo pressoché dimezzato rispetto a quanto rilevato sul mercato solo tre o quattro anni fa. “Per altro questo prezzo aggiuntivo è in buona parte dovuto a una maggiore cura delle rifiniture nella scelta degli elementi cruciali per i consumi domestici”, aggiunge Prinzo. A cominciare dall’installazione di pompe di calore geotermica, che ricava l’energia necessaria per il riscaldamento attraverso l’acqua di falda o il terreno, oltre che dalla presenza di pannelli fotovoltaici sui tetti dell’edificio. “Due interventi che permettono di azzerare i costi condominiali”, spiega il manager di La Ducale.
Il resto lo possono fare l’adozione di tecnologie solari attive (come i collettori solari) o passive (masse di accumulo e gestione dei moti convettivi dell’aria), oltre che la realizzazione di sistemi domotici all’interno degli appartamenti e l’impiego di materiali, vernici e rivestimenti a basso impatto inquinante. “Le variabili in gioco, dalle abitudini familiari all’ubicazione dell’abitazione rendono difficile effettuare stime sul ritorno dell’investimento necessario per abitare in una casa eco-sostenibile e ad alta efficienza energetica”, aggiunge, “ma a spanne la tempistica può oscillare dai tre ai sette anni”.
Senza dimenticare l’impatto che una scelta di questo tipo ha sull’ambiente nel suo complesso: oggi il 31% dell’energia elettrica e il 44% di quella termica (combustibili) viene utilizzata in ambito residenziale. Buona parte di queste fonti energetica è destinata alla climatizzazione dei locali (riscaldamento invernale e raffrescamento estivo), con una quota rilevante rappresentata dagli elettrodomestici. E, soprattutto, con una tendenza di questa componete a crescere, alla luce di dispositivi sempre nuovi lanciati sul mercato.
Gabetti, che sta ultimando il suo primo complesso residenziale in classe A nei pressi di Murta Maria (Olbia), ha messo a punto per Tekneco una simulazione dei costi di costruzione che aiuta ad avere un quadro più chiaro della situazione. “L’acquisto dell’area edificabile non presenta differenze”, spiega Massimiliano Miceli, direttore generale di La Gaiana, società di Gabetti che sta realizzando il progetto, “e lo stesso vale per la progettazione. Si possono stimare 200 euro in più al metro quadro in fase di costruzione, che nel complesso costituiscono il 5% del totale o poco più”. Quanto il maggior aggravio per i costruttori si traduca in un maggior costo per i consumatori è, però, difficile dirlo: “Nelle condizioni attuali di mercato la vera discriminante è la possibilità o meno di vendere un immobile in tempi ragionevoli (tre o quattro mesi): obiettivo a portata di mano solo se si costruisce secondo criteri di efficienza energetica”. Una situazione che in alcuni casi spinge i costruttori a vendere le abitazioni di classe più elevata persino allo stesso costo delle tradizionali: “Questo perché la società immobiliare trasferisce sul consumatore finale il risparmio ottenuto sul fronte degli oneri finanziari”, conclude.
[ Fonte: Tekneco.it - Articolo di Luigi Dell'Olio ]
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