venerdì 17 settembre 2010

Un SI dalle "città del vino"

Sì all'eolico e al fotovoltaico, ma senza eccessi, perché se il risparmio energetico è un obiettivo importante su cui puntare per il futuro, bisogna stare attenti che questo non comporti un eccessivo ''consumo'' del territorio: i sindaci dei territori del vino concordano nella necessità di inserire nel ''Piano Regolatore delle Città del Vino'' un regolamento ad hoc perché gli impianti delle energie rinnovabili siano rispettosi del paesaggio, senza che un'installazione indiscriminata possa deturpare vigneti o colture. Dei principi ispiratori e delle buone pratiche da adottare, le Città del Vino ne parleranno riunite in ''Convention'' a Benevento e nelle Città del Vino del Sannio - Castelvenere, Torrecuso e Sant'Agata de' Goti - da domani fino al 19 settembre (info: www.cittadelvino.it).

In Italia gli impianti installati nel 2009 sono stati circa 71.300, per una produzione di oltre 1.140 megawat. ''Quello delle energie rinnovabili è un tema che interessa sempre più da vicino i territori rurali - spiega il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli - ma, in un momento difficile per l'agricoltura come quello che stiamo vivendo, si corre il rischio che sostituire un vigneto con un impianto fotovoltaico o installare pale eoliche al posto di colture o vicino ad edifici di interesse storico e culturale, possa essere considerato solo una forma di reddito alternativa, senza considerare i gravi danni di immagine per il paesaggio e le pesanti ripercussioni sul turismo''.

''L'obiettivo- spiega Pioli - è quello di dare ai sindaci dei territori del vino regole e misure per la gestione urbanistica degli impianti. Siamo assolutamente favorevoli al diffondersi delle energie alternative - conclude Pioli - ma è necessario che gli strumenti urbanistici dei comuni si facciano carico di scegliere le porzioni di territorio aperto meno produttive e svantaggiate, le aree industriali o di cava dismesse''.

Di fronte alle nuove problematiche legate alle energie rinnovabili e al loro impatto sulla gestione del territorio, le Città del Vino hanno deciso di lavorare ulteriormente al loro Piano Regolatore - lo strumento urbanistico dei comuni del vino italiani, dove anche il ''territorio rurale aperto'' è oggetto di attività pianificatrice da parte dell'ente pubblico - approfondendo i problemi che l'uso indifferenziato, al di fuori della pianificazione, dei pannelli fotovoltaici, o degli impianti eolici, comportano, in termini di impatto paesaggistico, ma anche in relazione al loro smaltimento, che non sarà semplice nè poco invasivo per l'ambiente, anche quando si renderanno necessarie sostituzioni con nuovi modelli.

[ Fonte: Adnkronos.com ]

venerdì 10 settembre 2010

Casa Zero Energy

Realizzata dal Gruppo Polo Le Ville Plus insieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Trento e con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, Casa Zero Energy è stata concepita come progetto sperimentale per l'applicazione di tecnologie innovative. Infatti la casa verrà monitorata in remoto dal Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria per analizzare il comportamento dell’edificio e delle tecnologie applicate.

Primi passi
Il progetto è partito dallo studio bioclimatico del territorio che ha determinato la migliore posizione e orientamento della casa, posizionata verso il lato nord del terreno in modo da lasciare maggior spazio a sud per il giardino e per gli spazi interni più vissuti come soggiorno e cucina. La facciata sud ha un ampia vetrata che fa entrare luce e calore in inverno ma che viene schermata durante l'estate per evitare il surriscaldamento. La facciata nord invece presenta una serie di piccole finestrature che in estate vengono utilizzate per la ventilazione notturna.

Recupero dell'acqua piovana
L'edificio, che non utilizza nessun tipo di energia proveniente da fonti fossili, è completamente autonomo e produce l'energia di cui necessita solamente da fonti alternative e non inquinanti. Inoltre, la casa è stata progettata per richiedere poca energia. Tra le tecnologie "verdi" utilizzate troviamo il recupero dell'acqua piovana, la quale viene raccolta in un'apposita vasca dotata di un sistema di filtraggio e utilizzata per gli scarichi del WC, per la lavatrice e per l'irrigazione del giardino.

Sistema costruttivo in legno
Il sistema costruttivo dell'abitazione è composto da una struttura portante di travi e pilastri in legno lamellare di grossa sezione, tagliati su misura e assemblati in cantiere mediante collegamenti ad incastro o carpenterie. Tale sistema sfrutta la flessibilità e la capacità di dissipazione di energia del legno: l’uso di collegamenti metallici con piastre e perni a scomparsa ne abbatte la fragilità, mentre la capacità elastica conferisce al sistema portante dell’edificio una buona capacità dissipativa e garantisce continuità strutturale antisismica. Le pareti sono realizzate da pannelli in legno ed elementi isolanti. Verso l’interno hanno un isolamento in fibra di legno naturale, mentre nella parte esterna sono interamente ricoperte dal rivestimento in sughero.
Per la copertura dell'edificio è stato utilizzato un tetto verde che a sud forma un giardino sospeso, mentre per la parte esposta a nord sono state scelte piante verdi meno bisognose di sole e a crescita lenta.

Sistema domotico
All'interno della casa è stato installato il sistema demotico “Home Sapiens” sviluppato da BPT, che, dopo aver percepito le variazioni di luminosità, temperatura, umidità, ecc., si attiva autonomamente regolando riscaldamento, climatizzazione e apertura e chiusura degli infissi. Sul tetto è posizionata una centralina di captamento meteorologico che invia i dati direttamente al centro di controllo della casa che è in grado di autogovernarsi in base alle condizioni atmosferiche ed alla programmazione scelta.

Tecnologie
Per quanto riguarda infine le tecnologie impiegate, nell'edificio è stato montato un impianto di collettori solari collocato sulla falda piana del tetto, esposta a sud. L'intero impianto è costituito da pannelli solari termici che, essendo posti sotto i pannelli fotovoltaici, sfruttano il surriscaldamento di questi ultimi per trasferire calore ad una serpentina in rame, che a sua volta, riscalda il fluido che scorre al loro interno. Infine è presente un sistema a pannelli radianti, utilizzato per soddisfare la necessità di raffrescamento e riscaldamento.




[ Fonte: Casaeclima.com ]

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venerdì 3 settembre 2010

Acqua di mare per l'aria condizionata

A Waikiki (Hawaii) si sta progettando un sistema di condizionamento degli hotels che sfrutta le acque profonde, e fredde, al largo dell'isola.

I proprietari di un hotel a Waikiki stanno pensando di utilizzare l'acqua fredda del mare per produrre aria condizionata nel loro edificio, riducendo sensibilmente le spese per l'elettricità. Il progetto, guidato da Kyo-ya Hotels & Resorts, è nelle fasi di pianificazione, e le persone interessate sottolineano i molti ostacoli che devono ancora essere risolti prima che il progetto diventi realtà.
Ci sono comunque una serie di elementi favorevoli, tra cui l'alta concentrazione di clienti della zona, e quindi di fondi economici, e la possibilità di utilizzare il canale di Ala Wai come un comodo accesso all'oceano per il tubo di aspirazione.Inoltre, i progettisti potrebbero usare gli insegnamenti tratti di un progetto molto più ampio che si propone di utilizzare l'acqua del mare per fornire aria condizionata nel centro di Honolulu.

Gli sviluppatori del progetto sperano di chiudere la fase finale di finanziamento entro un mese o due e iniziare a scavare nove mesi dopo. Kyo-ya, proprietario del Waikiki Royal Hawaiian, ha iniziato a studiare tecnologie alternative per l'aria condizionata diversi anni fa, e inizialmente, ha preso in considerazione la perforazione a terra su una delle sue proprietà per estrarre acqua fredda. Solo in seguito è passato all'idea di attingere l'acqua al largo in acque profonde che potrebbero essere utilizzate per raffreddare la zona.

Utilizzare l'acqua di mare potrebbe comportare infatti rilevanti risparmi sui costi dell'energia elettrica per gli albergatori, che potrebbero potenzialmente risparmiare fino al 20% sulla bolletta.Kyo-ya sta lavorando al progetto con l'Università Hawaii Sea Grant, che recentemente ha ricevuto 200.000 dollari di finanziamento federale per studiare la possibilità di utilizzare l'acqua di mare per l'aria condizionata.

L'obiettivo finale è di raccogliere altri 800 mila dollari in fondi integrativi federali e privati per il progetto.
Il sistema di Waikiki pompa le acque gelide a una profondità di circa 1.800 metri attraverso uno scambiatore di calore che a sua volta è utilizzato per la refrigerazione a circuito chiuso dell'acqua dolce.
L'acqua di mare in uscita dallo scambiatore di calore, che sarebbe leggermente più calda dell'acqua in entrata, potrebbe essere scaricata nel canale di Ala Wai per contribuire a creare un migliore flusso naturale.

[ Articolo tratto da Casaeclima.com ]