venerdì 26 novembre 2010

Ripaghiamoci la "casa ecologica"

Acquistare una nuova abitazione realizzata secondo i canoni della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica costa ancora qualcosa in più rispetto all’utilizzo di tecniche tradizionali, ma il surplus può essere abbattuto nel giro di pochi anni, se a questo si aggiunge un utilizzo prudente dell’immobile.

“Lo scenario attuale è molto diverso da quanto si potesse immaginare solo qualche anno fa”, riflette Carmine Prinzo, responsabile area tecnica di La Ducale (società di sviluppo immobiliare del gruppo Tecnocasa), che sta curando Habitaria (foto in alto), intervento immobiliare residenziale in classe A ubicato a Paullo, nella zona est di Milano.

I passi in avanti compiuti sulle tecnologie per i materiali consentono di realizzare edifici a elevata efficienza energetica e con l’impiego di prodotti in buona parte naturali a un prezzo che oscilla dal +12% (per la classe B ovvero consumi energetici compresi tra i 30 e i 50 kWh per metro quadro all’anno) al +18% (classe A, vale a dire meno di 30 kWh annui al metro quadro ) rispetto a una costruzione realizzata con le tecniche tradizionali”.
Un gap di prezzo pressoché dimezzato rispetto a quanto rilevato sul mercato solo tre o quattro anni fa. “Per altro questo prezzo aggiuntivo è in buona parte dovuto a una maggiore cura delle rifiniture nella scelta degli elementi cruciali per i consumi domestici”, aggiunge Prinzo. A cominciare dall’installazione di pompe di calore geotermica, che ricava l’energia necessaria per il riscaldamento attraverso l’acqua di falda o il terreno, oltre che dalla presenza di pannelli fotovoltaici sui tetti dell’edificio. “Due interventi che permettono di azzerare i costi condominiali”, spiega il manager di La Ducale.

Il resto lo possono fare l’adozione di tecnologie solari attive (come i collettori solari) o passive (masse di accumulo e gestione dei moti convettivi dell’aria), oltre che la realizzazione di sistemi domotici all’interno degli appartamenti e l’impiego di materiali, vernici e rivestimenti a basso impatto inquinante. “Le variabili in gioco, dalle abitudini familiari all’ubicazione dell’abitazione rendono difficile effettuare stime sul ritorno dell’investimento necessario per abitare in una casa eco-sostenibile e ad alta efficienza energetica”, aggiunge, “ma a spanne la tempistica può oscillare dai tre ai sette anni”.

Senza dimenticare l’impatto che una scelta di questo tipo ha sull’ambiente nel suo complesso: oggi il 31% dell’energia elettrica e il 44% di quella termica (combustibili) viene utilizzata in ambito residenziale. Buona parte di queste fonti energetica è destinata alla climatizzazione dei locali (riscaldamento invernale e raffrescamento estivo), con una quota rilevante rappresentata dagli elettrodomestici. E, soprattutto, con una tendenza di questa componete a crescere, alla luce di dispositivi sempre nuovi lanciati sul mercato.

Gabetti, che sta ultimando il suo primo complesso residenziale in classe A nei pressi di Murta Maria (Olbia), ha messo a punto per Tekneco una simulazione dei costi di costruzione che aiuta ad avere un quadro più chiaro della situazione. “L’acquisto dell’area edificabile non presenta differenze”, spiega Massimiliano Miceli, direttore generale di La Gaiana, società di Gabetti che sta realizzando il progetto, “e lo stesso vale per la progettazione. Si possono stimare 200 euro in più al metro quadro in fase di costruzione, che nel complesso costituiscono il 5% del totale o poco più”. Quanto il maggior aggravio per i costruttori si traduca in un maggior costo per i consumatori è, però, difficile dirlo: “Nelle condizioni attuali di mercato la vera discriminante è la possibilità o meno di vendere un immobile in tempi ragionevoli (tre o quattro mesi): obiettivo a portata di mano solo se si costruisce secondo criteri di efficienza energetica”. Una situazione che in alcuni casi spinge i costruttori a vendere le abitazioni di classe più elevata persino allo stesso costo delle tradizionali: “Questo perché la società immobiliare trasferisce sul consumatore finale il risparmio ottenuto sul fronte degli oneri finanziari”, conclude.

[ Fonte: Tekneco.it - Articolo di Luigi Dell'Olio ]

lunedì 22 novembre 2010

Integrazione fotovoltaico in architettura: THE WINNER IS...

Alla sua prima edizione, si è svolta al MAXXI la cerimonia di premiazione del concorso “Tecnologie solari e qualità del progetto: l’integrazione del fotovoltaico in architettura”.

Ad aggiudicarsi il primo posto una struttura ricettiva a San Martino in Badia.

Medaglia d'argento per un'abitazione privata a Pordenone, mentre è arrivata terzultima la Cittadella delle imprese, sede della Camera di Commercio di Taranto.

I tre progetti vincitori sono stati riconosciuti come tali, dopo un'attenta valutazione della Giuria, composta da esponenti degli Enti promotori, sotto presidenza di un docente universitario esperto del settore.

Valutati in base alla qualità complessiva dell’integrazione architettonica e alle modalità di installazione del FV, i tre vincitori sono stati premiati con un rimborso in denaro.

L'auspicio è che questa iniziativa stimoli la ricerca progettuale, promuovendo impianti fotovoltaici inseriti armonicamente nello spazio urbano e paesaggistico.

Promosso dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee (PABAAC) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il premio si è svolto nell’ambito di un convegno a tema.

In tale occasione è stato annunciato, infine, il prossimo lancio di un Concorso di idee 2011 per la progettazione e la successiva produzione di nuovi componenti integrati.


[ Fonte: CasaeClima.com ]

venerdì 12 novembre 2010

La bioarchitettura e le "case attive"

In rapporto allo studio della relazione ambiente-uomo, la bioarchitettura – per qualche tempo – è stata un ottimo candidato per assolvere questo compito.

Purtroppo ora è quasi sempre banalizzata e ridotta al mero
risparmio energetico, dimenticandosi che l’obiettivo primario della progettazione è creare il benessere abitativo. Materiali ecocompatibili, risparmio energetico, sostenibilità… sono tutte esigenze importanti che però non dovrebbero far deviare dall’obiettivo primario del progettista: il benessere abitativo dei fruitori.

Esigenze… di chi?!
Spesso queste esigenze sono imposte per venire incontro a necessità sociali, economiche e culturali in primo luogo, e (forse) ambientali in secondo luogo, ma in prima battuta non hanno molto a che vedere con il benessere abitativo. L’obiettivo di una corretta progettazione dovrebbe essere il massimo benessere e la massima fruibilità ambientale degli occupanti, non realizzare una ‘casa passiva’ o sistemare in qualche modo i
pannelli solari. Si confonde il mezzo con il fine… arrivando al paradosso.

Si pensi che in certe zone d’Italia (tra cui alcune dichiarate patrimonio dell’umanità) esistono regole molto restrittive per la scelta di materiali e forme da utilizzare nelle costruzioni/ristrutturazioni, creando a volte difficoltà ai privati. Questo per preservare lo stile costruttivo locale e per rispettare i vincoli paesaggistici. Ma in queste stesse zone vengono autorizzate enormi installazioni di pannelli solari. Forse che questi non hanno un impatto ambientale o paesaggistico? E forse qualcuno pensa che non abbiano un’influenza sulle persone che vivono nei paraggi?!

Ancora una volta l’occidente dimostra un carattere schizofrenico. Per decenni nessuno – in primo luogo chi se ne doveva occupare – si è mai curato del paesaggio, del risparmio energetico e della progettazione ecocompatibile, mentre parecchie autorevoli voci si sono alzate per fare notare l’errore, rimanendo inascoltate.
Ora siamo arrivati all’opposto: l’imperativo categorico del risparmio energetico a ogni costo, mancando ancora una volta l’obiettivo. Il reale compito del progettista è quello di progettare una casa per gli uomini, dove essi possano vivere in pienezza e soddisfazione.

La stessa idea di ‘casa passiva’ è una contraddizione in termini, perché se la casa è un essere vivente… nessun essere vivente è ‘passivo‘! Tra l’altro questa idea contraddice le basi stesse della bioarchitettura, ove la casa è concepita appunto come organismo vivente composto di più ‘pelli’… un organismo che deve respirare!

Ma tant’è… noi riteniamo che l’accento vada posto su ben altri fattori, e per fare questo riteniamo importante prima di tutto capire che cosa è una casa, perché è costruita in un certo modo e come funziona. E in questo compito ci può aiutare la serie di articoli firmati da Marzia Mazzi, che pubblicheremo a partire da oggi. Buona lettura quindi!

[ Fonte: Mondocasablog.com ]

mercoledì 3 novembre 2010

Meet a piece of green from Milan



Verger ospita e inaugura Giovedì 4 Novembre, dalle 18.30 alle 22.00

"MEET A PIECE OF GREEN FROM MILAN"
A cura di Daniele Belleri ed Elena Comincioli con il supporto di AT Casa

Un'installazione racconterà e farà scoprire il valore nascosto delle piante spontanee, farle vedere con occhi diversi, raccontando le energie positive che ne derivano per poi inventare nuovi spazi verdi pubblici per la città.

Vi aspettiamo per scoprire questo nuovo progetto con la ricetta della serata: il risotto all’ortica.

Verger - Via Varese, 1 - Milano
Press contact e info: press@p-s.it