venerdì 7 novembre 2014

Feldheim, il primo comune interamente alimentato da fonti rinnovabili

Sorge a circa cento chilometri a sud di Berlino, Feldheim, il primo comune interamente alimentato da fonti rinnovabili, e del tutto autonomo rispetto alla rete elettrica nazionale: per alcuni anni sono state condotte politiche energetiche a favore delle fonti alternative di energia, e finalmente è stato possibile compiere questo grande passo! 

Feldheim, frazione di Treuenbrietzen, è un comune di 7.700 abitanti; qui sono presenti varie strutture che forniscono energia per rendere il paese autosufficiente: 47 impianti eolici, cui si affiancano numerosi impianti di piccolo fotovoltaico; inoltre ciascun condominio è servito da un impianto di biogas, che attraverso il riciclo di rifiuti agricoli, permette la produzione di energia.
Anche per sistemi più piccoli, come quelli per la ricarica delle auto elettriche, le colonnine sono alimentate da fonti alternative. Gli aspetti positivi, oltre ad investire l’intero pianeta, iniziano a farsi sentire anche nelle tasche dei cittadini, che con questo sistema riescono a risparmiare il 30% sulle bollette. 


LE FASI DEL PROGETTO
Il percorso è stato avviato in questo comune già a partire dal 1990, vediamo le tappe fondamentali: - nel 1990 l’amministrazione decide di installare la prima turbina eolica, per poter sfruttare i forti venti presenti in questa zona, in maniera utile per la produzione dell’energia, a vantaggio di tutti i cittadini; - nel 2008, con un costo di circa 170.000 euro, è stata realizzata una centrale a biogas, che grazie all’utilizzo dei rifiuti biologici degli allevamenti e delle lavorazioni del mais, permette la produzione di acqua calda per il riscaldamento, che attraverso una rete per il teleriscaldamento si collega ad abitazioni, attività produttive ed alcune aziende zootecniche; - nello stesso periodo viene installato un grande impianto fotovoltaico, da 2,2 MWp, che sorge in luogo di una caserma dismessa; - nel 2010 gli abitanti di Feldheim decidono di investire ognuno 3000 euro per dotare le proprie abitazioni di impianti solari domestici.
L’energia in eccesso che viene così prodotta, viene venduta alla rete regionale; i proprietari sono sia i privati che il pubblico, che in questi sistema così ben organizzato convivono dividendosi gli onori del caso, espressione di una reale partecipazione effettiva nella realizzazione di politiche condivise per le fonti energetiche.
Oltre ai vantaggi derivanti dal risparmio energetico così generato, Feldheim è divenuto anche un punto di riferimento per il suo esempio di indipendenza e di sostenibilità energetica, attirando numerosi visitatori a caccia di politiche green: operatori ed amministratori locali di varie parti del mondo sono giunti qui per ispirarsi a questo modello tedesco, esemplare per l’indipendenza energetica.


DIFFICOLTÀ E VOLONTÀ 
Certo, il percorso non è stato semplice, lineare e regolare, come lo abbiamo sintetizzato qui. Numerose sono state le difficoltà, ma ancor più numerose sono state le spinte per poter opporsi a tali difficoltà. Prima fra tutti, la volontà dei cittadini, che hanno deciso di contribuire alla politica già attuata dall’amministrazione, sostenendola, per il bene comune, per il benessere diffuso: gli abitanti stilano un progetto, presentato a Bruxelles, ottenendo un finanziamento di 500.000 euro a fronte di un costo di un milione, si tassano per 3.000 euro ciascuno, e raggiungono notevoli vantaggi, favorendo la riduzione del consumo del 75%, così come il costo dell’alimentazione. 
La sovrapproduzione di energia e di cibo viene messa a disposizione della rete regionale e nazionale, con enormi profitti. Il sindaco viene subito attaccato da più parti, dai colossi della gestione elettrica, e da quelli della gestione nucleare. Ma la sua volontà e quella della sua comunità lo aiutano ad andare avanti nel suo piano! Egli applica, dopo vari scontri anche a livello politico, una visione del mondo basata sui principi dell’”esistenza zero sostenibile umanamente”. 
Via via iniziano a diffondersi anche auto a idrogeno; numerosi giapponesi, a seguito del disastro nucleare di Fukushima, si recano in questo paese per visitarne la formula green.

E se è vero come è vero che in Italia abbiamo una straordinaria disponibilità di sole, di vento e di acqua, tanto che Jeremy Rifkin la definisce come “l’Arabia Saudita delle rinnovabili”, quando potremo diffondere queste politiche sostenibili in Italia, nei piccoli o grandi centri presenti nel nostro Paese? Ci auguriamo che i vari intoppi burocratici e le talvolta tentennanti politiche di governo, non impediscano lo sviluppo reale ed effettivo di queste preziosissime risorse rinnovabili.



venerdì 17 ottobre 2014

Sinfonia per Bolzano da qui a 5 anni

Teleriscaldamento intelligente, involucri e infissi di ultima generazione, impianti fv integrati in facciata, sensori diffusi. Il progetto Ue 'Sinfonia' parte a Bolzano con 15 mln di euro e verrà replicato ad Innsbruck 


Cinque anni per trasformare le città di Bolzano e Innsbruck in due Smart City europee. 

Il progetto "Sinfonia", approvato lo scorso marzo e che vedrà la partecipazione in veste di partner EURAC, Comune di Bolzano, Istituto per l’edilizia sociale (IPES), Agenzia CasaClima e Società elettrica altoatesina (SEL), entra ora nel vivo. Sono infatti stati selezionati gli interventi di risanamento del patrimonio edilizio, con l'obiettivo di ridurre complessivamente il consumo di energia primaria del 40% e aumentare del 20% l’impiego di fonti rinnovabili, che interesseranno otto isolati della zona sud-ovest di Bolzano. E che verranno replicati in alcune aree di Innsbruck. 


15 mln per teleriscaldamento, involucri e infissi di ultima generazione e sensori diffusi

Grazie a un finanziamento di circa 15 mln di euro solo per Bolzano, coperti in parte dall'Ue e in parte dai soggetti coinvolti, gli edifici saranno teleriscaldati, avranno involucri e infissi di ultima generazione e impianti fotovoltaici integrati in facciata. 
Una rete di teleriscaldamento intelligente riuscirà a prevedere il carico di energia termica per riscaldare gli ambienti in tutti i momenti della giornata e della stagione. 
In apposite isole del quartiere l’amministrazione installerà dei sensori per rilevare il meteo, la qualità dell’aria e il traffico, e qui i cittadini potranno ricaricare i loro veicoli elettrici. 


Testare il nuovo protocollo CasaClima R 

Per l’Agenzia CasaClima il progetto è l’occasione per testare il nuovo protocollo CasaClima R che fornisce delle linee guida per ottimizzare il risanamento degli edifici. 
Il ruolo di SEL con la affiliata Ecotherm è invece legato agli interventi sulla rete di teleriscaldamento. L’EURAC coordina l’azione a livello provinciale e la supporta dal punto di vista scientifico. 
I ricercatori dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC affiancheranno il Comune nella pianificazione delle opere di risanamento e nella definizione dei criteri per l’assegnazione dei lavori. Si occuperanno inoltre di monitorare le prestazioni degli edifici e delle soluzioni adottate anche una volta conclusa la messa in opera. 

[ Fonte: www.casaeclima.com ]

mercoledì 8 ottobre 2014

Il progetto della casa trasportabile

Lo studio madrileno di architettura Abaton, pioniere nella progettazione sostenibile, ha creato una serie di case di piccole dimensioni da trasportare su strada e da spostare ovunque.

Questi micro prototipi già realizzati sono stati denominati serie ÁPH80.
Il team di architetti sta sviluppando un’evoluzione del primo modulo trasportabile che comprende due piani e nuove unità che si possano comporre creando una vero e proprio “villaggio trasportabile”, con tante casette nomadi collegate tra loro.


VIVERE NOMADE: COME SI SONO EVOLUTE LE TRADIZIONALI TENDE MONGOLE

Il progetto della casa trasportabile, nato e costruito interamente in Spagna, è ideale da utilizzare per postazioni mobili o ritiri privati.
Queste piccole unità sono composte da angolo cottura e soggiorno, bagno con tutti i comfort e camera da letto. Tutto in tre metri per nove, niente più di 27 mq. Le grandi finestre in prospetto che separano l’interno dall’esterno sono un filtro trasparente con il mondo fuori dalle stanze, un esplicito invito dei progettisti a vivere in simbiosi con lo spazio circostante.
Si tratta di una costruzione semplice ma robusta, fatta di materiali scelti per offrire comfort e l'equilibrio.

La casa è leggerissima: il legno massello di abete spagnolo è stato utilizzato per la struttura e le superfici interne mentre i rivestimenti sono interamente costituiti da pannelli di cemento grigio che fungono anche da persiane.
Grazie ad alcune cerniere, è possibile aprire queste chiusure e svelare le porte scorrevoli in vetro, sia nella parte anteriore che nelle finestre sui lati. Il tetto a due falde raggiunge, all’interno, un’altezza di 3,50 cm.
La serie APH può essere personalizzata per soddisfare le esigenze dei clienti. Il tempo di produzione varia secondo il numero di unità richieste, di solito intorno alle quattro-sei settimane. Il tempo per l’assemblaggio è stimato in un giorno. Interamente trasportabile su strada.
Sono disponibili anche i prezzi: a partire da 21.900 €.
Se passate da Madrid, andate a vedere un prototipo. La casa portatile ÁPH80 può essere visitata su richiesta.






[ Fonte: www.architetturaecosostenibile.it - Fotografia di © Juan Baraja ]

giovedì 25 settembre 2014

Vi presentiamo il sistema di riscaldamento Equoclima


Equoclima
Equoclima è un’azienda giovane e dinamica attiva nel settore della climatizzazione, specializzata nella produzione di sistemi radianti di elevata efficienza sia nel riscaldamento che nel raffreddamento. 

Equoclima offre soluzioni per la climatizzazione ambientale di semplice installazione garantendo il massimo comfort. Il punto di forza dell’azienda è la flessibilità nella realizzazione di prodotti che si possono adattare a tipologie di ambiente differente per dimensione e collocazione geografica. La forte attività di ricerca e sviluppo ha permesso di raggiungere soluzioni innovative in grado di rispondere alla crescente esigenza di risparmio energetico. 

Con il sistema Equoclima gli interventi edili non sono più necessari, inoltre con l’innovativo sistema di attacchi rapidi il montaggio del battiscopa è diventato veloce, facile e efficiente e ispezionabile con semplicità. 

I materiali impiegati, lo sviluppo, le innovazioni e la tecnologia utilizzata e applicata sono frutto di studi totalmente MADE IN ITALY di altissimo livello per qualità ed efficienza. 

Con questa tecnologia radiante si elimina definitivamente il problema delle pareti umide, in quanto il calore mantiene i muri asciutti con temperature uniformi, evitando così la formazione di muffe. 

Sfruttando le basse temperature, il sistema Equoclima non crea movimentazioni di micropolveri, in questo modo l’ambiente viene mantenuto sano e pulito. 

Il battiscopa Equoclima è estremamente silenzioso e adatto al riscaldamento di tutti i tipi di superficie. L’umidità ambientale si regola e si stabilizza naturalmente tra il 55 e il 60%, senza interventi di deumidificazione. 

Il battiscopa è personabilizzabile esteticamente con diverse tonalità RAL e colorazioni con svariate essenze effetto legno e diverse tipologie di effetto marmo. 

I vantaggi da un punto di vista energetico e economico sono molteplici, in quanto: 
- le temperature ridotte utilizzate (45-60°C) portano ad un risparmio del 10%; 
- la quantità d’acqua necessaria per riscaldare un ambiente di 100 mq è di soli 8 litri; 
- La resa uniforme delle temperature permette di tenere il termostato a una gradazione più bassa, fornendo un risparmio economico del 15%. 

Il sistema è applicabile in qualsiasi ambito: pubblico, privato, residenziale, commerciale, turistico-alberghiero, direzionale-enti, chiese, musei e industriale con progettazione e dimensionamenti degli impianti personalizzati e realizzati con estrema professionalità. 





[ Fonte: Giovanni Tarletti - Ufficio Stampa Equoclima ]

venerdì 19 settembre 2014

Riscaldare casa gratis con il fotovoltaico svedese



La discussione tra amici circa quale sia il miglior metodo per riscaldare la propria casa è sempre un argomento delicato e controverso.
C’è chi preferisce il calore avvolgente del sistema termoidraulico a gas, chi gradisce la praticità dei termoconvettori, chi difficilmente rinuncia alla poesia della legna.
Ma ciò che accomuna i sistemi tradizionali è il fatto che quando si cerca di quantificare la spesa annuale per riscaldare l’abitazione, ci accorgiamo che il conto finale è davvero molto salato.

Saros Energia, grazie alla sua esperienza pluriennale nel ambito del risparmio energetico e alla continua ricerca di prodotti innovativi, propone a tutti i clienti del suo shop on-line IoRisparmioEnergia.com il sistema di riscaldamento elettrico Svedese.

Questo sistema, prodotto dall’azienda svedese Tego è già ampiamente diffuso e testato nel nord Europa, laddove è noto che gli inverni sono decisamente più rigidi dei nostri. Installare un sistema di riscaldamento composto da radiatori elettrici svedesi, oltre ad essere molto facile e non richiedere competenze tecniche, vuol dire abbattere tutti i costi fissi di manutenzione ed eliminare drasticamente tutti i problemi e disagi dei sistemi tradizionali ad alte temperature (caldaia, gelo, termoconvettori, stufe, ecc).
Infatti i radiatori svedesi, avendo una resistenza elettrica che lavora a basse temperature (70°/75° C), non bruciano ossigeno, non bruciano la polvere, evitano che l'aria calda si stratifichi troppo in alto, ma soprattutto assorbono poca energia elettrica.
Il modello più piccolo assorbe solo 300W, pari ad 3 lampadine ad incandescenza, mentre quello più potente raggiunge i 1500W, pari ad una stufetta da bagno, ma riscalda stanze con superficie fino a 35 metri quadri!

Il loro innovativo termostato elettronico, integrato in ogni radiatore, controlla ogni 40 secondi la temperatura del locale e la mantiene costante facendo risparmiare energia e riscaldando uniformemente l'ambiente.
Gli impianti di riscaldamento tradizionali verificano la temperatura dell’ambiente circa ogni 10 minuti, causando sbalzi di temperatura che comportano consumi irrazionali di energia.

Inoltre, laddove sia installato un impianto fotovoltaico, si potrà riscaldare l’abitazione con i radiatori elettrici svedesi durante il giorno completamente gratis, riducendo così considerevolmente i costi per il riscaldamento. In più, l’abbinamento tra radiatori svedesi e fotovoltaico, permette di azzerare emissioni di CO2 e di rispettare l’ambiente.

In ogni caso, i radiatori svedesi trovano applicazione in tutte le ristrutturazioni di abitazioni o nell’integrazione di impianti già esistenti di prime o seconde case.

Grazie al loro costo contenuto, all’estrema semplicità di montaggio e alla possibilità di accensione e controllo remoti, consentono un risparmio economico immediato nei confronti dei classici sistemi di riscaldamento, che invece continuano a richiedere costi e installazione nettamente più alti e complessi.




 [ Comunicato stampa IoRisparmioEnergia.com - Matteo Gentilini Resp. Marketing Saros srl ]



giovedì 11 settembre 2014

La GG House: per massimizzare la luce naturale

Collocata a Przegorza, distretto verde della città di Cracovia (Polonia), la "GG House" di Architekt Lemanski si caratterizza per la massiccia presenza di superfici vetrate che fanno in modo di avere all'interno dell'edificio la quantità massima di luce solare possibile. 

A sud dell'edificio si trovano balconi e verande che, mentre in estate offrono una buona ombreggiatura, in inverno permettono al sole di riscaldare l'abitazione


GARAGE.

Tra la strada e la sporgenza su cui poggia la casa ci sono circa 12 metri di dislivello, utilizzato dagli architetti per posizionare il garage. 
In questo modo le automobili possono essere facilmente nascoste dal livello della strada. 


LA STRUTTURA.

Al piano terra, sul lato est è stata posizionata la cucina, mentre soggiorno e sala da pranzo sono state collocate sul lato sud con vista sul fiume Vistola. 
Inoltre, lo stesso piano è stato pensato per ospitare un piccolo appartamento per eventuali ospiti. 
Le tre camere da letto si trovano invece al primo piano, insieme ad una cabina armadio e a un bagno. Infine, il piano più alto è stato progettato come "sala relax". 

[ Fonte: www.casaeclima.com ]


venerdì 25 luglio 2014

Xiglù: abitare in un igloo in città

Flessibile, auto-assemblabile, ecologico. Per di più trasportabile ed adattabile a qualunque clima. Si tratta di un modulo abitativo fai da te a forma di igloo, in legno e lana di pecora. 
Il progetto, chiamato Xiglú dagli ideatori Juan José Campos e Javier Cejudo - collaboratori del Parque Científico-Tecnológico de Almería (PITA) - è ispirato alle celebri case eschimesi e nasce per proporre un modulo abitativo capace di rispondere contemporaneamente ai bisogni di un’utenza-tipo, ai regolamenti edilizi regionali ed alle esigenze di ecosostenibilità.
 Il modulo misura 6,4 metri di diametro corrispondenti a circa 32 mq ed è completo di bagni, cucina, doccia e mobili, per essere in grado di ospitare una famiglia di 4 persone. 


IL PERCHE’ DELLA FORMA DI IGLU’ 

La forma di Xiglú è quella del tradizionale igloo di ghiaccio, noto per essere una delle soluzioni abitative che, rispetto alla forma parallelepipeda è più resistente alle condizioni climatiche avverse ed è più facile da scaldare e con un consumo inferiore di energia. Inoltre si tratta di una forma che ottimizza lo spazio ed è in grado di ottenere il massimo volume con il minimo consumo di materiali. 
Un prototipo di Xiglú è stato installato nel parco naturale di Cabo de Gata-Nijar riscuotendo notevoli consensi e numerose richieste da parte del pubblico spagnolo.
Il costo? Si parte da una base di 22.400,00 euro pari a circa 700,00 euro al metro quadrato.

Il video: 

martedì 15 luglio 2014

SHED: il capannone sostenibile

Un luogo dove acquistare e degustare i prodotti biologici degli agricoltori locali ed entrare in contatto con un sistema di vita sostenibile ed ecologica.

Parliamo di Shed, un capannone di 10.800 mq costruito nella città di Healdsburg, in California, dallo Studio Jensen Architects. Realizzato in sole 5 settimane, l’edificio è composto per il 70% da materiali di recupero, dall’acciaio delle strutture al legno delle finiture.
Per ridurre al minimo l’impatto ambientale, ottimizzare i tempi di costruzione e i costi, i progettisti di Jensen Architects hanno deciso di prefabbricare le parti strutturali del capannone, riducendo notevolmente le fasi di cantiere.

Le vernici utilizzate in Shed sono atossiche e i materiali privi di composti organici volatili (VOC), cioè tutte quelle sostanze come formaldeide, solventi, benzene, pericolose per la salute e contenute in molti prodotti per l’edilizia e componenti d’arredo. Il triplice intento era perciò quello di tutelare l’ambiente, la salute dei visitatori e dei lavoratori stessi.

ENERGIA CONSUMATA
Il fabbisogno energetico del capannone è assicurato dai pannelli fotovoltaici montati sulla copertura, mentre l’utilizzo di ampie vetrate consente di sfruttare al massimo la luce naturale; un particolare sistema per la ventilazione interna, permette un ricambio dell’aria in modo costante e ottimale, senza dover ricorrere ad alcun impianto di climatizzazione artificiale. Altri elementi che caratterizzano l’ecosostenibilità di SHED sono i giardini pensili che raccolgono l’acqua piovana, limitando i consumi idrici e la coibentazione dell’edificio, e mantenendo stabile la temperatura degli ambienti interni in tutte le stagioni.

GLI SPAZI INTERNI
Al piano terra gli spazi sono dedicati all’esposizione e alla vendita di prodotti alimentari locali, articoli per la casa e il giardino, mobili e accessori. La parte centrale è occupata da una zona per la ristorazione, con una caffetteria e un ristorante dove è possibile degustare piatti preparati con gli alimenti in vendita. capannone-shed-c Al piano superiore è invece possibile disporre di un ampio salone per incontri e dibattiti sulla vita sostenibile, spaziando dall’alimentazione all’agricoltura, al giardinaggio, al risparmio energetico e all’attenzione agli sprechi. Insomma unire l’utile al dilettevole, il piacere di acquistare e degustare alimenti sani ma anche acquisire una nuova sensibilità sui temi del rispetto ambientale.




martedì 20 maggio 2014

Passione e professionalità al servizio di una vera e propria arte: Edil Design

Edil Design è tutto questo: passione e professionalità al servizio di una vera e propria arte, antica nei suoi gesti e innovativa nelle sue tecniche. 
La realizzazione di ristrutturazioni chiavi in mano da sempre è il cuore pulsante della nostra attività. 


La BIOEDILIZIA per noi è... 

Costruire secondo i canoni della bioedilizia significa per esempio fare uso di materiali naturali nella costruzione o nelle ristrutturazioni di immobili. ma non è solo questo, costruire in bioedilizia significa anche progettare e costruire in armonia con l'ambiente. 
Particolare attenzione va posta per esempio nel rapporto forma/volume dell’involucro, nella collocazione geografica dell’edificio e nel suo orientamento rispetto al sole. 
La scelta dei materiali è importante e deve basarsi anche sullo studio della loro riciclabilità e sull’impatto che possono avere sull'intero processo produttivo. 
Progettare biocompatibilmente significa quindi integrare l'organismo edilizio con l'ambiente nel quale è inserito utilizzando materiali non inquinanti e riciclabili, impianti a basso consumo energetico e, per quanto possibile, cercando di sfruttare le risorse naturali del posto. 


CAPPOTTI TERMICI

Per evitare le dispersioni provocate dai ponti termici è necessario applicare sulle pareti o sulle superfici interne ed esterne degli edifici un adeguato rivestimento a cappotto, il quale garantisce un efficace isolamento termico. 
La coibentazione termica, infatti, è l’insieme degli accorgimenti utilizzati per limitare e controllare la trasmissione del calore attraverso le pareti che dividono ambienti e zone a temperatura diversa, più comunemente le pareti perimetrali dell’edificio. Può consistere nell’applicazione meccanica o a spruzzo di un elemento termoisolante sulla superficie interessata, all’esterno e/o all’interno del fabbricato. il tutto viene eventualmente rifinito con un rivestimento murale plastico colorato. 


Edil Design è una NUOVA realtà della provincia di Varese, ed esattamente a Cislago. 


Un NUOVO Show Room è pronto da qualche settimana e a breve avverà l'inaugurazione ufficiale. 


EcoAbitazione vuole dare voce e luce a progetti tutti "made in italy" così da dare una mano a tutti quegli imprenditori che "ci credono" e che investono anzichè fare marcia indietro in tempo di crisi. 


Quindi buona fortuna ad EdilDesign e al suo titolare Ivan Pireddu.


venerdì 28 marzo 2014

La casa sull'albero così come non l'avete mai vista

Ispirato dalla forma di un piccolo boschetto di alberi, la struttura è stata pensata per isolare bambini e famiglie dal dannoso rumore cittadino.

Cercate un rifugio tranquillo e lontano dal clamore della città? Prendete una casa "sull'albero"!

E' questa l'ultima idea di casa progettata dallo studio britannico Blue Forest che, durante l'ultimo Ideal Home Show, ha svelato ‘The Quiet Treehouse’.

Contrariamente al suo nome, che richiama anche nell'aspetto un vero e proprio albero, l'edificio dalle forme contemporanee può essere installanti indipendentemente dalla presenza o meno di un albero, anche se per gli ospiti la sensazione sarà proprio quella.

ACUSTICA. Oltre il caratteristico design, che si ispira alla forma di un piccolo boschetto dove i tronchi più grossi sorreggono la costruzione mentre quelli più piccoli fungono da ornamento, la casa sull'albero è dotata degli ultimi strumenti di ingegneria in fatto di acustica, utilizzati soprattutto per isolare bambini e famiglie dall'eccessivo rumore della città.

DESIGN. La casa, che si eleva a tre metri da terra, è dotata di un scala di legno che porta direttamente al piano terra composto da 3 cerchi diversi che si intersecano tra loro. Il cerchio più grande (raggio 3,3 metri) comprende un ancoro cottura e una zona soggiorno, mentre i cerchi più piccoli sono stati adibiti a camere.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]

venerdì 7 marzo 2014

In Danimarca nasce la prima Upcycle House

Nasce in Danimarca, un progetto sperimentale che punta tutto sui materiali riciclati e il bassissimo impatto ambientale.

Lo studio danese Lendager Architect ha ideato Upcycle House in collaborazione con Realdania Byg Foundation, con l'obiettivo di calcolare quante emissioni inquinanti si sarebbero ridotte costruendo esclusivamente con materiale esclusivamente riciclato. 


BUDGET LIMITATO.

Ampia circa 130 metri quadrati, l'abitazione sorge a Nyborg, in Danimarca, e – giusto per adeguarsi ai tempi di crisi ed austerity attuali – ha richiesto un budget molto limitato. 



CONTAINER MARITTIMI PER LA STRUTTURA
Suddivisa in quattro camere da letto, bagno e un grande spazio living, veranda e una serra, la casa è perfetta per ospitare in tutto comfort una famiglia. La struttura è stata realizzata utilizzando due vecchi container marittimi completamente ripuliti da ruggine e sporco, mentre in copertura gli architetti hanno scelto di applicare dei fogli trapezoidali ottenuti da lattine di alluminio riciclate. Per isolare termicamente la muratura, sono stati utilizzati strati di vecchi giornali, miscelati con gesso di riciclo e materiali di scarto della lavorazione della carta. 


PRINCIPI DELLA PASSIVE HOUSE

Progettata secondo i principi della Passive House, studiando quindi orientamento, ampiezza delle superfici vetrate, apporto di ventilazione naturale ed ombreggiamenti, l'abitazione ha un sistema per riutilizzare l'acqua meteorica depurata, mentre un impianto fotovoltaico contribuisce a ridurre ancora di più il carico energetico e i costi di mantenimento. 


I RISULTATI.

Ad oggi, il progetto ha consentito di evitare la dispersione in atmosfera di ben l’86% le emissioni nocive dovute alla sua realizzazione.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]


venerdì 24 gennaio 2014

Il sabato del villaggio: Leopardi ispira l'architettura trevigiana

Ad Olmi di San Biagio di Callalta, nel mezzo della campagna trevigiana, su progetto del brillante architetto-artista Toti Semerano, nel 2009 viene realizzato il nuovo borgo Contrà Leopardi
Chissà se la mente feconda del poeta nazionale sarebbe mai arrivata ad immaginare che un giorno la sua poesia e i titoli delle sue opere avrebbero caratterizzato un progetto veneto del XXI secolo!? 
Il sabato del villaggio, Alla primavera, Alla luna, La ginestra, Ricordanze non potevano che essere i nomi più adatti per le viuzze e le abitazioni di un borgo che, in chiave contemporanea, esalta i valori della nostra tradizione architettonica. 
Il nome Contrà deriva dal termine contrada, uno spazio dal forte carattere sia contemplativo che relazionale, come la tipica corte dei borghi antichi: un luogo dove il pensiero mette le ali verso l’Infinito, per trovare La quiete dopo la tempesta, o passare in compagnia La sera del dì di festa. contra-leopardi-abitazioni-b 


SPAZI E ARCHITETTURE

Il nuovo borgo trevigiano Contrà Leopardi occupa un lotto di 9200 mq e si compone di 36 unità residenziali raggruppate in 15 blocchi. L’intento dell’architetto è stato quello di realizzare un luogo a misura d’uomo, non condizionato dalle strade, che troppo spesso diventano le linee generatrici di edifici seriali e anonimi. Un luogo ricco di piacevoli affacci sul paesaggio, qui considerato un’estensione visiva degli ambienti interni, sempre confortevoli e luminosi. 
La composizione volumetrica è complessa: alcuni edifici sono distanti tra loro, altri più vicini, altri ancora in aderenza; una riproposizione di “sottoporteghi”, “calli” e giardini racchiusi da mura, quasi a imitazione del tessuto urbano di Venezia. Anche il verde è stato progettato nei minimi dettagli: le essenze sono autoctone e posizionate in punti significativi per favorire particolari scorci. Prevale l’uso pedonale dell’area, spazi e percorsi sicuri (grazie anche all’impianto di video-sorveglianza) che si prestano alla vita tranquilla delle famiglie e ai giochi dei bambini. 
I garage si trovano nell’interrato e sono accessibili con le auto tramite due rampe, poste vicino ai parcheggi scoperti. Rampe e parcheggi comunicano direttamente con l’esterno del lotto; all’interno viene preservato uno spazio carrabile minimo, una via centrale (Corso Infinito) per il transito di eventuali mezzi d’emergenza. contra-leopardi-abitazioni-f contra-leopardi-abitazioni-g La maggior parte degli appartamenti di Contrà Leopardi offrono 2 o 3 camere e giardino privato, poi ci sono alcuni monolocali con giardino o senza. Quelli sotto i 70 mq sono dotati di 2 posti auto, uno nell’interrato e uno scoperto; quelli sopra i 70 mq sono dotati di 3 posti auto, uno nell’interrato e due scoperti. Accorti studi dell’architetto sugli effetti dei materiali esposti alla luce, lo hanno spinto a progettare strutture composte da elementi forati in acciaio e frangisole in legno: le loro forme particolari disegnano piacevoli giochi di ombre sulle superfici delle murature del borgo.


MATERIALI E STRATEGIE ENERGETICHE

Risparmio energetico e benessere abitativo sono garantiti da: 
-Una parete doppia in laterizio porizzato, caratterizzato cioè da piccoli vuoti non comunicanti, ottenuti aggiungendo paglia e farina di legno all’impasto di argilla prima della cottura: si ottengono così blocchi più leggeri. 
Questa tipologia di parete è stata scelta dopo mirate ricerche su tecnologie costruttive e requisiti termici e si compone di: una parte interna di 25 cm portante o di tamponamento, e una esterna di 18 cm di rivestimento (adatta a limitare eventuali ponti termici), separate da una camera d’aria di 2 cm: ferri di ancoraggio tengono ben salda la parte esterna alla struttura interna. 
-Ottimi l’inerzia e l’isolamento termo-acustico: qualità favorite anche dalla grande massa delle murature (48,5 cm di spessore compresi intonaco interno ed esterno). 
-Buona capacità di smaltimento del vapore acqueo che si forma all’interno dei locali. 
- Intonaco Nigra Padoana: intonaco tradizionale veneto di calce idraulica, privo di sostanze dannose per l’uomo e l’ambiente e molto traspirante. 
- Riscaldamento autonomo con caldaie a condensazione che sfruttano energia solare prodotta da pannelli posti sulla copertura, e sono caratterizzate da una bassa emissione di elementi inquinanti. 
-Utilizzo di vernici ecologiche. 
-Bacino di raccolta dell’acqua piovana sotto la rampa di accesso ai garages, come precauzione da eventuali allagamenti. 
- 2 piccole aree ecologiche apposite per la raccolta differenziata. 
- Certificazione energetica per ogni residenza. 







venerdì 17 gennaio 2014

Singapore: nasce il progetto "costruire col bambù"

Cresce velocissimo – fino a 1 metro al giorno- , ha un'elevata resistenza alle trazioni, è flessibile, disponibile a poco prezzo e molto resistente.
Parliamo del bambù, un materiale 100% naturale che sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green.

TEAM DI RICERCA SVIZZERO-ASIATICO.
Lo dimostra il caso del Future Cities Laboratory, laboratorio di ricerca basato a Singapore, che, in collaborazione con l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETH Zurich), sta testando il bambù, con l'obiettivo di lanciarlo come sostituto delle armature in acciaio utilizzate per sorreggere il calcestruzzo armato.

SINGAPORE IMBOCCA LA STRADA DELL'EDILIZIA GREEN.
Il fatto che questo progetto di ricerca sia nato a Singapore non è casuale. Attualmente la città asiatica sta infatti attraversando una fase di vero e proprio boom delle costruzioni e, sempre più, progettisti e ingegneri prestano attenzione agli impatti ambientali e alla sostenibilità del processo di costruzione. Ad esempio recentemente la Building and Construction Authority (BCA) ha stabilito che a partire dal 2017 i progetti di edilizia pubblica dovranno essere certificati come “Green”.

L'IMPRONTA DI CARBONIO DELLA FIBRA DI BAMBÙ RESTA MOLTO BASSA.
Il bambù, spiegano i ricercatori del Future Cities Laboratory, potrebbe contribuire alla “causa dell'edilizia verde”.
Le industrie delle costruzioni e manifatturiere producono circa il 5 per cento delle emissioni di gas serra della nazione, è stato calcolato in fase di ricerca. Tra le modalità per ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, il team di ricerca, guidato dal Professore Dirk Hebel del Future Cities Laboratory, spiega come il bambù potrebbe risultare essenziale. “Anche con tutta l'energia coinvolta nella spaccatura dei pezzi di bambù e nella loro compressione con il calore e collanti, l'impronta di carbonio della fibra di bambù non è che una minima frazione rispetto a quella dell'acciaio”, spiega il Professor Hebel.

OBIETTIVO: MESSA IN COMMERCIO DEL BAMBÙ “RINFORZATO” ENTRO 3 ANNI.
In particolare, i ricercatori hanno sperimentato come il bambù tenda ad immagazzinare il carbonio, piuttosto che rilasciarlo, contribuendo in questo modo ad abbattere le emissioni inquinanti.
Ora il team svizzero-asiatico sta testando diverse "ricette" per rendere ancora più forti e meno deperibili le barre di bambù. L'auspicio, dichiara il capo-ricerca Hebel, è entrare in commercio nel settore costruzioni asiatico entro tre anni.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]