venerdì 16 marzo 2012

Le eco-case popolari: la Francia dà il buon esempio

La Francia attacca la crisi finanziaria con la sostenibilità: dal 2009, infatti, è attivo l'eco-prestito per le case popolari.
Si tratta di un fondo a tasso agevolato o addirittura a tasso zero che mira alla riqualificazione energetica delle case popolari cosiddette energivore.

In seguito al Grenelle Environnement, tavolo politico di concertazione sull'ambiente tenutosi nel 2007, il Ministero francese per l'Ecologia, lo Sviluppo Sostenibile, i Trasporti e l'Edilizia Abitativa ha sbloccato 1,2 miliardi di euro, durante i primi due anni del programma previsto per il periodo 2009-2020, per riqualificare energicamente 100.000 case popolari considerate ad alto impatto ambientale. Il che, tradotto numericamente, vuol dire portare case dal consumo uguale o superiore ai 230 kWh/m2 all'anno ad avere un consumo di massimo 150 kWh/m2. Questo tipo di prestito si applica non solo alle case popolari, ma anche alle case di proprietà.

Durante il consiglio dei Ministri tenutosi il 25 Gennaio 2012, è stato rinnovato l'impegno francese di muoversi verso un'edilizia abitativa sempre più green. Già nel 2011, un anno dopo i primi finanziamenti, il numero di case popolari qualificate come costruzioni a basso consumo ammonta al 60%, contro il 34% dell'anno precedente; per il 2012 si prevedono altri 120.000 prestiti per la costruzione di eco-case popolari. L'obiettivo è di riqualificare una media di 70.000 case all'anno fino al 2020. Inoltre, la metà risparmi che derivano dall'abbattimento del consumo energetico, finiranno nelle tasche dei proprietari o affittuari principali delle case.

Nella nostra Italia ci sono già progetti avviati su questo fronte: nel 2011 già in Lombardia e Veneto, ad esempio, sono stati erogati quasi 300 milioni di euro per l'assegnazione di case popolari a impatto ambientale ridotto: si tratta di prefabbricati in legno o materiali misti, come acciaio, cemento leggero e lane artificiali, che saranno affittati o venduti a famiglie e coppie che si trovano in una situazione di difficoltà economica. Grazie ai materiali di costruzione, queste abitazioni abbattono del 50% circa il consumo di energia per il riscaldamento (da 15 a 7 lt di gasolio per m2), sono anti-sismiche e, grazie alle vernici ignifughe, anche anti-incendio.

Basta quindi con i casermoni che invadono e abbruttiscono le periferie delle città e via libera al social housing sostenibile.

[ Articolo scritto da Martina del blog pilloledisopravvivenza.wordpress.com ]

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