venerdì 17 gennaio 2014

Singapore: nasce il progetto "costruire col bambù"

Cresce velocissimo – fino a 1 metro al giorno- , ha un'elevata resistenza alle trazioni, è flessibile, disponibile a poco prezzo e molto resistente.
Parliamo del bambù, un materiale 100% naturale che sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green.

TEAM DI RICERCA SVIZZERO-ASIATICO.
Lo dimostra il caso del Future Cities Laboratory, laboratorio di ricerca basato a Singapore, che, in collaborazione con l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETH Zurich), sta testando il bambù, con l'obiettivo di lanciarlo come sostituto delle armature in acciaio utilizzate per sorreggere il calcestruzzo armato.

SINGAPORE IMBOCCA LA STRADA DELL'EDILIZIA GREEN.
Il fatto che questo progetto di ricerca sia nato a Singapore non è casuale. Attualmente la città asiatica sta infatti attraversando una fase di vero e proprio boom delle costruzioni e, sempre più, progettisti e ingegneri prestano attenzione agli impatti ambientali e alla sostenibilità del processo di costruzione. Ad esempio recentemente la Building and Construction Authority (BCA) ha stabilito che a partire dal 2017 i progetti di edilizia pubblica dovranno essere certificati come “Green”.

L'IMPRONTA DI CARBONIO DELLA FIBRA DI BAMBÙ RESTA MOLTO BASSA.
Il bambù, spiegano i ricercatori del Future Cities Laboratory, potrebbe contribuire alla “causa dell'edilizia verde”.
Le industrie delle costruzioni e manifatturiere producono circa il 5 per cento delle emissioni di gas serra della nazione, è stato calcolato in fase di ricerca. Tra le modalità per ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, il team di ricerca, guidato dal Professore Dirk Hebel del Future Cities Laboratory, spiega come il bambù potrebbe risultare essenziale. “Anche con tutta l'energia coinvolta nella spaccatura dei pezzi di bambù e nella loro compressione con il calore e collanti, l'impronta di carbonio della fibra di bambù non è che una minima frazione rispetto a quella dell'acciaio”, spiega il Professor Hebel.

OBIETTIVO: MESSA IN COMMERCIO DEL BAMBÙ “RINFORZATO” ENTRO 3 ANNI.
In particolare, i ricercatori hanno sperimentato come il bambù tenda ad immagazzinare il carbonio, piuttosto che rilasciarlo, contribuendo in questo modo ad abbattere le emissioni inquinanti.
Ora il team svizzero-asiatico sta testando diverse "ricette" per rendere ancora più forti e meno deperibili le barre di bambù. L'auspicio, dichiara il capo-ricerca Hebel, è entrare in commercio nel settore costruzioni asiatico entro tre anni.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]



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