venerdì 29 giugno 2012

Riqualificazione architettonica USA

Completato da meno di un anno – a fine 2011 – Eco Modern Flats rappresenta un esempio di riqualificazione architettonica operata nel segno della sostenibilità e dell'inclusione sociale. 


RECUPERO DI 96 APPARTAMENTI

Premiato con il primo marchio LEED Platinum per la categoria “Case Multifamiliari” assegnato nello stato dell'Arkansas, l'intervento ha visto il recupero di un complesso residenziale costituito da quattro blocchi, contenenti un totale di 96 unità abitative. Costruiti tra il 1968 e il 1972, i quattro edifici si presentavano come grandi elementi prefabbricati in calcestruzzo, carenti di manutenzione, comfort termico e sistemi per la qualità dell'aria. 


CONNESSIONE CON L'ESTERNO

I progettisti del Modus Studio sono partiti da un recupero sistematico degli interni – che versavano in condizione di semi degrado – con una pulizia a fondo degli stessi e la ricostruzione degli spazi abitativi secondo un modello più flessibile, pur mantenendo i controsoffitti e i pavimenti in cemento. Tinteggiati di bianco, gli appartamenti sono stati concepiti come spazi flessibili e aperti, in cui prevalgono ampie finestrature e un collegamento con l'esterno. Ciascuna unità, infatti, dispone di un cortiletto privato e di una veranda esterna. 


INTERAZIONE

Altro aspetto altamente considerato in fase di progettazione è stato quello dell'inclusione sociale: grande importanza nell'intervento ha avuto il recupero degli spazi comuni all'aperto, a partire dalla creazione di cortili e frequenti punti di incontro, attrezzati con sedie, sdraio e tavolini, per favorire l'interazione e la vita all'aria aperta, possibile anche in virtù del clima locale, generalmente molto mite. Outdoor anche la grande piscina, vero cuore del complesso residenziale, posizionata al centro dei quattro blocchi. 


RACCOLTA DELL'ACQUA PIOVANA E SOLARE TERMICO

A garantire al progetto l'ottenimento del LEED PLATINUM anche una serie di accorgimenti aggiuntivi, a partire dalla selezione dei materiali biodegradabili da costruzione, la creazione di stazioni di riciclaggio lungo il perimetro del complesso, le cisterne di raccolta dell'acqua piovana e l'installazione di un sistema solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e il riscaldamento a bassa temperatura.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]

venerdì 22 giugno 2012

Transition Towns: le citta' di transizione



Transition Towns è un movimento culturale che nasce tra il 2005 e il 2006 nel Kinsale (Irlanda) e Totnes (Inghilterra) da un idea dell’ambientalista Rob Hopkins. 
L'obiettivo del progetto è quello di preparare le comunità per la duplice sfida: il cambiamento climatico e il picco del petrolio
Aumentare la consapevolezza del vivere sostenibile e costruire la resistenza locale per il prossimo futuro sono gli obiettivi principali del progetto. In quanto una vita senza petrolio potrebbe essere più piacevole e appagante di quella attuale. 

L’idea delle città di transizione nasce per caso da un esercitazione scolastica proposta da Rob Hopkins ai suoi studenti quando insegnava al Kinsale Further Education College – Irlanda. Durante il corso viene elaborato il “Kinsale Energy Descent Plan”, un progetto che illustrava alcune azioni creative applicabili ai settori della produzione di energia, della salute, dell’istruzione, dell’economia e dell’agricoltura per un futuro sostenibile della città riorganizzata secondo un modello a basso consumo di risorse. Questo piano strategico fu poi adattato alla realtà locale della città di Kinsale con l’obiettivo ultimo di raggiungere l’indipendenza energetica. 

Ogni realtà decide il proprio percorso e piano di azione mantenendo i medesimi obiettivi. Le comunità sono incoraggiate a ricercare metodi per ridurre il consumo di energia e la loro dipendenza dall’uso della propria auto. 
Il progetto ruota intorno a due concetti fondamentali
In primis ci si domanda perché non utilizzare la creatività e il patrimonio intellettuale e di adattamento - che l’umanità ha messo in gioco nel corso della storia per raggiungere lo stato di sviluppo attuale grazie all’utilizzo delle fonti di energia fossili - per intraprendere un percorso che permetta di vivere meglio senza sprecare le risorse naturali. In secondo luogo, la consapevolezza che l’azione tempestiva e soprattutto collettiva ha una più alta percentuale di riuscita di raggiungimento degli obiettivi. 

Il numero delle comunità coinvolte nel progetto è in continuo aumento. 
E’ possibile consultare la mappa aggiornata sulle realtà locali coinvolte nel mondo. In Italia diverse città e comunità hanno già intrapreso o stanno per diventare citta’ di transizione. È possibile consultare l’elenco italiano.

venerdì 15 giugno 2012

RiutilizziAMO l’Italia




Riconvertiamo ed amiamo il nostro Paese: è il senso della campagna RiutilizziAMO l’Italia lanciata dal WWF in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ed alla vigilia della Conferenza Mondiale sullo sviluppo Sostenibile “Rio+20”, che si terrà dal 20 al 22 giugno 2012. 

Come partecipare?
E’ semplice: segnalando on line aree dismesse o abbandonate del nostro Paese, localizzandole e descrivendole brevemente, e fornendo indicazioni e proposte sul possibile uso futuro delle aree degradate

L’iniziativa, con un approccio fortemente identitario e comunitario, intende stimolare la partecipazione delle popolazioni locali, e l’innesco di un vero e proprio movimento culturale e sociale che tramite l’orientamento bottom-up possa garantire un impegno concreto ed effettivo da parte dei cittadini coinvolti. 

Il consumo di suolo è un problema rilevante cui molte nazioni, tra cui l’Italia, sono chiamate a porre rimedio in tempi brevi per evitare l’insorgenza di problemi più gravi, come rilevato dal dossier "Terra Rubata –Viaggio nell'Italia che scompare" (2012), redatto da FAI e WWF, in cui si evidenzia come mediamente l’Italia ha avuto, negli ultimi 50anni, un consumo di suolo che si aggira intorno ai 33 ettari al giorno, che diverranno 75 per i prossimi 20anni

Pertanto il WWF intende così favorire un recupero dell’identità del paesaggio, della qualità dell’ambiente e del benessere sociale che stanno divenendo sempre più rari nei nostri ambienti di vita. 

Si tratta di un atto fondamentale che potrebbe comportare un nuovo stabile equilibrio tra le popolazioni e le risorse locali, in modo da poter determinare un reale incremento delle condizioni economiche del nostro Paese, grazie al riuso, al recupero, al restauro del patrimonio ambientale, immobiliare e culturale che distingue la nostra italianità. 

Hai già idea di qualche area da proporre? clicca qui

 "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!" (Gandhi)


venerdì 8 giugno 2012

Dalla steppa russa una comunita' autosufficiente

Durante i freddi mesi invernali la struttura agisce come una comunità autosufficiente.

A Skolkovo, a pochi chilometri di distanza da Mosca, sorge la Moscow School of Management, importante centro di formazione universitaria fondato nel 2006 da un gruppo di uomini d'affari russi e internazionali. 

Immerso in una steppa che d'inverno si copre di neve, il campus universitario è stato progettato dallo studio di architettura Adjaye Associates proprio in funzione di una stagione invernale che da queste parti dura più di sei mesi, con temperature ben sotto lo zero, tanto da costringere gli abitanti a passare la stragrande maggioranza del tempo al chiuso.

AGIRE COME UNA COMUNITA' INDIPENDENTE.
Per rispondere a queste esigenze dipendenti dal clima, la struttura – che offre alloggio ai propri studenti – è organizzata per poter agire come una comunità indipendente, in cui tutti gli spazi sono posti in collegamento tra loro, senza bisogno di dover uscire all'esterno.

UNA BASE A DISCO.
All'interno, su una superficie totale di 42,891 metri quadrati, sono dislocati i vari servizi a disposizione degli studenti, dalle aule alle sale relax, dal ristorante-caffetteria a un auditorium di oltre 600 posti. La struttura si distingue per la forma innovativa: il blocco centrale è costituito da un grande disco in cemento rialzato che accoglie gli spazi ricreativi e di lavoro, mentre gli ingressi e il parcheggio sono posizionati immediatamente sotto, al livello del suolo.

4 VOLUMI PER ALLOGGI E SERVIZI SPORTIVI.
Da questa prima base a disco si diramano quattro volumi squadrati di varie dimensioni, completamente rivestiti da pannelli in alluminio colorati in stile mosaico di colorati. All'interno, i blocchi contengono principalmente le unità abitative a disposizione degli studenti - 123 alloggi-, cui aggiungere le 126 camere riservate, invece, ai visitatori. Solo uno dei quattro volumi, riconoscibile dall'esterno per il rivestimento in alluminio dorato, si distingue per funzione: al suo interno, infatti, ospita le varie strutture sportive, dalla palestra al centro fitness.

UN PROGETTO DA BIENNALE.
Ispirato alle forme razionaliste e squadrate tipiche dell'architettura sovietica, come spiegano i progettisti di Adjaye Associates, che questo progetto l'hanno presentato alla Biennale di Venezia (undicesima edizione), il campus presenta degli interni progettati nel nome della funzionalità e dell'accoglienza, con una generale preferenza per le ampie vetrate aperte sulla steppa circostante e tinte colorate per l'arredo e le pareti.

 [ Fonte: www.casaeclima.com ]

venerdì 1 giugno 2012

Eco abitazione deve voler dire anche "sicurezza"

Pubblichiamo le indicazioni del piano comunale della Protezione Civile della provincia di Bologna sul comportamento da assumere dopo una scossa tellurica, certi di poter essere utili in qualche modo anche noi di EcoAbitazione, in un momento così grave.

DURANTE LA SCOSSA
Aspettarsi scosse secondarie di assestamento. È molto probabile che la scossa principale sia seguita da repliche, di intensità inferiore, ma tuttavia ancora in grado di provocare danni.
- Ripararsi comunque nel vano di una porta, inserita in un muro portante o sotto una trave, oppure sotto un tavolo - Non muoversi fino a quando la scossa non è terminata
- Non cercare assolutamente di uscire durante la scossa: talvolta le scale sono una delle parti più deboli e quindi pericolose della casa
- Non usare l'ascensore
- Se si viene sorpresi dalla scossa all'interno di un ascensore, fermarsi al primo piano possibile e uscire immediatamente.


In un luogo pubblico

- Rimanere nel luogo ed allontanarsi solo da oggetti sospesi che possono cadere
- Non cercare di raggiungere l'uscita, in considerazione che anche altre persone avranno la medesima idea e quindi, in caso di affollamento, l'uscita sarebbe impossibile ed anzi si potrebbero provocare ulteriori danni alle persone.


All'aperto

- Stare lontano dalle pareti delle case
- Portarsi in luoghi aperti, lontano dalle costruzioni, da alberi, muri, linee elettriche
- Se ci si trova su un marciapiede, cercare riparo sotto un portone
- Se ci si trova su un veicolo, non fermarsi nei sottopassaggi, in prossimità di ponti, di terreni franosi
- Fermare il veicolo in un luogo aperto lontano da alberi, muri e linee elettriche
- Aspettare in auto che la scossa finisca
- Collaborare a mantenere le strade sgombre per il passaggio dei vicoli d'emergenza.

 DOPO LA SCOSSA
- Usare una radio a batterie per avere eventuali informazioni
- Verificare che non vi siano feriti
- Verificare che non vi siano fughe di gas o rotture dell'impianto idrico
- Non accendere la luce, usare una lampada a batterie
- Nel caso si abbandoni la casa, chiudere gli erogatori di gas, acqua, energia elettrica
- Non cercare di raggiungere l'area colpita ed evitare di muoversi per curiosità
- Raggiungere le aree di raccolta predisposte ed indicate nel Piano Comunale di Protezione Civile
- Verificare che la costruzione si abita non abbia subito danni: se si sono avute lesioni, richiedere il parere di un tecnico e nel dubbio abbandonare la casa
- Non usare il telefono, se non per reali esigenze di soccorso
- Non usare autoveicoli per lasciare le strade libere per i soccorsi
- Non avvicinarsi ad animali in quanto spaventati e imprevedibili, e se possibile, rinchiuderli in luoghi sicuri
- Raggiungere con calma la scuola per prelevare i bambini, senza fretta, in quanto la scuola è un edificio strategico
- Collaborare a mantenere le strade sgombre per il passaggio dei vicoli d'emergenza.

In fabbrica, in officina, in ufficio:
- Spegnere i motori e togliere l'energia
- Chiudere tutti gli impianti, le apparecchiature e tutte le alimentazioni.

A scuola:
- Mantenere la calma
- Ricordare sempre che la scuola ha un piano di emergenza
- Seguire le istruzioni dell'insegnante
- Se viene deciso di uscire: - percorrere in ordine e senza correre il percorso di esodo assegnato
- Raggiungere il punto di raccolta esterno.


[ Fonte: www.casaeclima.com ]