venerdì 11 maggio 2012

Fattoria urbana made in China


A metà strada tra un orto e un condominio, Agro-Housing è il prototipo di fattoria urbana proposto dallo studio Knafo Klimor Architects per Wuhan, una delle più popolose città della Cina centrale.


PER CITTA' SEMPRE PIU' DENSAMENTE ABITATE. 
Vincitore del concorso Sustainable Housing, il progetto nasce in risposta alla sempre crescente popolazione urbana, un fenomeno estremamente attuale in Cina, dove nei prossimi anni si prevede un vero e proprio esodo degli abitanti dalle campagne ai centri urbani. 10.000 metri quadrati divisi tra alloggi (150) e serre riservate alle colture, Agro-Housing vuole essere un modello di vita sostenibile e autosufficiente nel pieno centro cittadino. 

10 MQ DI ORTO PER APPARTAMENTO. 
Ai residenti viene offerta la possibilità di coltivare la propria porzione di orto a seconda delle proprie preferenze; le serre – organizzate in altezza su più piani, nel corpo centrale dell'edificio – sono assegnate in modo che ad ogni unità abitativa corrisponde un'area coltivabile di circa dieci metri quadrati. La vegetazione verrà mantenuta in salute grazie a un sistema di irrigazione a goccia, basato sul riutilizzo delle acque grigie raccolte dai vari appartamenti e dalle acque meteoriche, convogliate tramite un apposito bacino. 

CONDOMINIO EFFICIENTE. 
Oltre alla scelta dei materiali riciclabili e allo spazio per gli orti verticali, Agro-Housing è stato progettato anche per ridurre i consumi e prevede un'installazione a pannelli solari sul tetto, un sistema di ventilazione naturale e un sistema geotermico per il riscaldamento. L'idea, spiegano gli architetti, è quella di sensibilizzare i residenti a un modello di vita più consapevole e attento. L'architettura di Agro-Housing spinge anche a socializzare, grazie alla creazione di spazi e servizi comuni, a partire da un tetto-giardino e un kindergarten privato. 

 I PROSSIMI PASSI. 
Terminata la fase progettuale, ora Agro-Housing aspetta di vedere la luce nel centro di Wuahn, con una previsione di completamento entro il 2015. In caso di successo, il modello potrebbe presto venire replicato in tutta la città, creando veri e propri vicinati verdi. 

[ Fonte: www.casaeclima.com ]

venerdì 4 maggio 2012

Energia termica dalle fogne

Risparmiare energia, riscaldare e raffreddare gli edifici sfruttando la rete fognaria della città. 

Questo l'obiettivo del progetto pilota lanciato nella parte sud-est di Philadelphia. 

GEOTERMIA DAI REFLUI.
Il processo si basa sull'impiego del calore costantemente assicurato dalle acque reflue, che viene “condensato” e reso utilizzabile. A guidare il progetto è il gruppo Nova Thermal Energy LLC, che dopo l'esperienza di Philadelphia conta di mettere in commercio la tecnologia brevettata, proponendola come soluzione ad alta efficienza per tutti quegli edifici collocati lungo un tratto importante del tronco fognario. 

PIU' EFFICIENTE DELLA GEOTERMIA.
“Durante i mesi invernali le acque reflue hanno una temperatura di circa 60 gradi, che diventano 75 e oltre in estate”, precisa Elinor Haider, a capo del progetto. “Si tratta di una quantità di energia notevole, estraibile attraverso una pompa di calore convenzionale, in maniera più efficiente e conveniente rispetto ai tradizionali sistemi geotermici, in cui cui si richiede la creazione di pozzi in profondità per catturare il calore della terra”. Inoltre, puntualizza Jimmy W. Wang, ingegnere capo del NovaThermal, "le acque reflue traggono calore da un certo numero di fonti, tra cui lavastoviglie, docce e processi industriali". 

RIDURRE I COSTI ENERGETICI
Finanziato da una sovvenzione federale di 150mila dollari, l'intervento dovrebbe presto ripagare gli investimenti, riducendo i costi energetici di oltre il 40%. Certo, dichiara Haider, non mancano gli scettici e gli schizzinosi, “ma si tratta di un sistema testato e sicuro”. 

 ESEMPI DA CINA E EUROPA. 
Lo sanno bene in Cina, dove sono numerosi gli edifici di grandi dimensioni che utilizzano questa tecnologia per alimentare il sistema di riscaldamento e raffrescamento. Ma gli esempi non mancano anche in Europa: gli oltre 2.400 chilometri di condotti fognari di Parigi, infatti, sono attualmente al centro di un progetto di "geotermia dei reflui". Il calore viene infatti sfruttato per scaldare due edifici scolastici, ma si parla di includere presto anche l'Eliseo. E a quanti polemizzano contro gli aspetti anti-estetici e le tubazioni a vista, la società svizzera Rabtherm Energy Systems AG risponde con un progetto che prevede tubazioni inserite all’interno di reti fognarie in calcestruzzo. Per sfruttare il calore racchiuso nei liquami con discrezione. 

 [ Fonte: www.casaeclima.com ]

venerdì 20 aprile 2012

Giornata pubblica sulla riqualificazione energetica

La riqualificazione energetica di un edificio rappresenta la messa in atto di tutte le operazioni, gli accorgimenti, i miglioramenti, tecnologici, costruttivi e gestionali, mirati a conferire allo stesso un nuovo o superiore livello performante dal punto di vista energetico e della tutela ambientale. In parole povere, si ricerca la più efficiente razionalizzazione dei flussi e dei consumi energetici.

“Un tema che negli ultimi anni ha acquistato grande rilevanza – afferma Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona -, non solo per quanto riguarda la fondamentale difesa dell’ambiente, ma anche sul piano del risparmio economico. Le normative, internazionali e nazionali, sono severe e indirizzate verso una costante implementazione e sviluppo”.

Ed è per questo motivo che Confartigianato Verona ha programmato un’importante giornata pubblica sul tema della riqualificazione energetica, con il contributo della Camera di Commercio e la collaborazione del Comune di Verona e di numerose ditte del settore.

L’appuntamento è per mercoledì 25 aprile 2012, (dalle 9.30 alle 18.00) nell’ambito della prestigiosa cornice del loggiato del Palazzo della Gran Gurdia, nel cuore storico della città di Verona.

“Una giornata dedicata a tutti i cittadini, agli operatori del settore, ai professionisti, agli amministratori di condominio, alle istituzioni – spiegano Luciano Bighellini e Silvano Scevaroli, rispettivamente presidenti provinciali di Confartigianato Impianti e Costruzioni -. Se un edificio è stato costruito prima del 1990 avrà una spesa, tra gas ed elettricità, calcolata intorno ai 1500 euro all’anno. Ciò significa che deve essere identificato, secondo la classificazione di settore, con la lettera ‘F’. Riqualificare tali edifici è possibile, arrivando a diminuire anche del 70% le spese energetiche, promuovendoli in classe B e aumentandone, conseguentemente, il loro valore di mercato”.

“Le soluzioni, allo scopo, sono numerose – aggiunge Claudio Turazza, Presidente di Confartigianato Legno Arredo di Verona - e devono essere ‘cucite addosso’ agli edifici come un vestito, soprattutto in caso di condomini. Non esiste la soluzione perfetta che una sola ditta possa offrire come panacea globale, ma esistono invece interventi differenziati e personalizzati, l’uno diverso dall’altro. Gli artigiani delle categorie coinvolte possono garantire totale trasparenza dei costi, scelta di prodotti e servizi di garanzia, ricerca del miglior rapporto costi/benefici”.

Gli artigiani del Settore Casa di Confartigianato Verona, dunque, rivolgono – è proprio il caso di dirlo – un caloroso invito a tutta la cittadinanza a rivolgersi ai professionisti della riqualificazione energetica, che sotto il loggiato della Gran Guardia allestiranno postazioni informative e dimostrative, in una sorta di mini-fiera tematica.
Per approfondire i temi del risparmio energetico, inoltre, sempre mercoledì 25 aprile, con inizio alle ore 10, la Sala Buvette della Gran Guardia ospiterà un convegno dal titolo “Come risparmiare energia nelle nostre case”; tra i relatori: Peter Erlacher, docente all’Università La Sapienza di Roma (Master Progettazione ambientale) e all’Università di Bolzano (Master CasaClima), che parlerà di fisica, tecnica ed edilizia sostenibili, e l’esperto Josè Galletti, su “La posa a regola d’arte per mantenere le prestazioni del serramento”.

Per ogni informazione è possibile contattare l’Ufficio Sviluppo e Categorie di Confartigianato Verona:
Giambattista Dal Castello, tel. 045 9211517
Mirko Mazzo, tel. 045 9211521

Visita la pagina facebook dell'evento ufficiale:

venerdì 13 aprile 2012

Sapete cosa sono i "muri energetici"?

Un'abitazione suddivisa da una serra sospesa o due appartamenti con un'area verde in comune.

Una casa fai da te, tutta da personalizzare. WarmWall è il progetto residenziale messo a punto dallo studio di architettura ExS.
Si tratta di un'abitazione suddivisa in due blocchi distinti, collegati centralmente da uno spazio verde vivibile, una sorta di serra di vetro sospesa a mezz'aria. Ma WarmWall, a seconda delle esigenze e degli abitanti, può essere anche interpretata come due distinti appartamenti con un'area verde comune da adibire a giardino d'inverno, atelier, studio, a piacimento.

PERSONALIZZABILE.
Lo spirito di WarmWall, come spiegano i progettisti, è infatti la flessibilità: flessibilità di spazi, flessibilità di interpretazioni e flessibilità di funzioni. L'idea è quella di dare nelle mani dei proprietari una casa completamente personalizzabile, il cui design è semplicemente basato “sull'accostamento di traverse parallele”, ciascuna della stessa larghezza, un metro e mezzo.

MURI “PASSIVI” E MURI “ENERGETICI”.
Altro elemento caratteristico del piano WarmWall riguarda la duplice funzione delle pareti: le pareti interne vanno poste inclinate, orientabili a seconda dell'esposizione, così da raccogliere l'energia solare termica in maniera passiva (pareti passive), mentre le pareti rivolte verso l'esterno restano dritte e racchiudono al loro interno tutto il sistema energetico: installazioni meccaniche ed elettriche (pareti attrezzate).

“DO IT YOURSELF”.
I soli elementi fissi, per l'acquirente, sono il tetto, i muri e il telaio. Tutto il resto, a partire dalle dimensioni e dalla suddivisione degli spazi, resta a discrezione degli abitanti, che in questo modo hanno a disposizione una vasta gamma di opzioni e un'abitazione completamente modulare e modificabile. Non a caso, il claim del progetto WarmWall è “do it yourself”.
Tutti i materiali di costruzione, precisano i progettisti, sono 100% riciclabili.


venerdì 6 aprile 2012

Eco-abitazioni antisismiche in legno

Il recente terremoto in Giappone, così come tutti gli episodi precedenti in Italia e nel mondo, riportano alla ribalta della cronaca un problema importante e forse troppo spesso trascurato: le case antisismiche e la necessità di un adeguamento delle strutture all'eventualità d'un terremoto.

Le soluzioni più moderne passano per la sostenibilità ambientale, perché sono case costituite in prevalenza da materiali naturali come il legno.

L'Italia è un paese caratterizzato da una certa sismicità, combinata a centri storici di grandissimo pregio e antichi.

È vero però che, se in alcune parti del nostro Paese non è possibile intervenire direttamente con nuove costruzioni, perché gli edifici storici vanno tutelati sopra ogni cosa, le nuove case in Italia potrebbero essere costruite con criteri più attenti alla sicurezza in caso di sisma.

Spesso, nonostante gli episodi gravissimi a causa del mancato adeguamento di strutture pubbliche alle più comuni norme di sicurezza (ricordiamo su tutti la Casa delo studente de L'Aquila), in Italia quando si costruisce una casa non viene dedicata la giusta attenzione alla prevenzione di incidenti causati dai terremoti.

Esistono però delle tecnologie all'avanguardia per prevenire incidenti dovuti ai crolli di case dopo il terremoto e alcune di queste consentono di essere sostenibili nella costruzione della propria casa.

Il Giappone, un Paese colpito dai terremoti in modo molto pesante, è in prima linea nella ricerca e nell'appplicazione di nuove tecnologie abitative per prevenire gli incidenti dopo i terremoti.

Dall'esperienza giapponese possiamo imparare alcune regole fondamentali per costruire case a prova di terremoto.

Il primo elemento da non trascurare sono le fondamenta della casa: le più moderne ricerche hanno verificato che una struttura detta "a zattera" consente di distribuire l'energia del terremoto nel terreno, limitando i danni all'edificio.

Inoltre in Giappone vediamo la presenza di molte costruzioni in cemento armato: di per sé il cemento armato è piuttosto inalterabile e soprattutto col passare del tempo perde l'elasticità necessaria a tollerare forti scosse sismiche.

Esistono però delle tecniche che consentono di calcolare la forma e la posizione delle strutture in cemento armato affinché queste offrano una resistenza ai terremoti e accompagnino la scossa senza resistervi e senza cedere, provocando danni irreparabili alle cose e alle persone.

Ma la soluzione più antica e, allo stesso tempo, più efficace è la casa di legno: l'elasticità di un materiale naturale e deformabile come il legno offre alla casa antisisimica una solidità inaspettata.

Durante la scossa di terremoto la eco-abitazione antisismica in legno accompagna il movimento del terreno deformandosi, ma restando in piedi. In Giappone molte delle abitazioni tradizionali sono in legno, ma si sta tornando a questo materiale anche per le nuove case in costruzione.

Anche in Italia il fattore sicurezza sismica non è da trascurare, sia per gli edifici privati che, a maggior ragione, negli edifici pubblici.

[ Articolo scritto da Gaia Tomasi - Fonte: www.deabyday.tv ]


venerdì 30 marzo 2012

Gli Energy Manager chi sono?

Secondo l'Osservatorio Energy Management chi ricopre questo ruolo nella metà dei casi non ha un elevato inquadramento manageriale.

Arrivano i primi risultati dell'Osservatorio Energy Management, un progetto di ricerca e monitoraggio – promosso da Strategic Management Partners in collaborazione con il Gruppo 24 Ore – che si propone di creare un community in cui gli energy manager si incontrano e confrontano sullo stato dell'arte e sull'evoluzione futura dell'energy management in Italia.

Ieri a Milano è stata presentata la prima rilevazione dell'Osservatorio, che ha preso in esame il ruolo e l'inserimento degli energy manager nelle imprese italiane. Dall'indagine, condotta mediante 100 interviste a energy manager di altrettante grandi imprese italiane appartenenti a differenti ambiti produttivi, emerge la forte evoluzione in atto del settore dell'energy management.

Il ruolo degli energy manager
Non ha un inquadramento manageriale elevato il 50% degli energy manager. Nel 60% dei casi i vertici dell'azienda prendono decisioni sui temi dell'efficienza energetica senza consultare gli energy manager; inoltre, i piani energetici aziendali spesso non vengono consultati dai top manager e restano dei semplici documenti tecnici.
La ricerca evidenzia tuttavia come gli energy manager riescano, poco alla volta, a influire sui comportamenti delle aziende: oltre il 70% delle imprese ha adottato programmi di sensibilizzazione dei dipendenti sul tema del risparmio, mostrando una certa sensibilità anche per le piccole azioni e per la diffusione di una cultura condivisa.

Certificati bianchi, raddoppiati gli energy manager
Tra l'altro, è raddoppiato il numero di energy manager coinvolti nell'attuazione del meccanismo dei certificati bianchi (i cosiddetti Titoli di efficienza energetica -TEE), come ha rilevato il sesto rapporto annuale sui TEE pubblicato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas (leggi tutto).

Gli interventi scelti dalle aziende
Le aziende che decidono di produrre in proprio parte dell'energia scelgono più di frequente l'installazione di impianti fotovoltaici, e anche – ma in percentuale minore – interventi per il recupero di calore. Il 53% degli intervistati ha dichiarato che gli interventi effettuati sono stati finanziati direttamente dall'impresa con risorse proprie, e il tempo di ritorno economico è stato di soli 2 anni, dunque molto breve.
Gli interventi sugli impianti riguardano soprattutto l'introduzione di inverter o il miglioramento dell'efficienza di pompe e motori; negli edifici viene soprattutto migliorata l'efficienza degli impianti termici.

La classifica per settori
Il settore più attento all'efficienza energetica è quello industriale, dove è in atto un piano energetico in più di 8 casi su 10 e dove gli energy manager sono attivi da oltre 10 anni. È invece partito in ritardo il terziario, particolarmente sensibile al miglioramento dell'efficienza degli edifici e alla riduzione dei consumi energetici.
Il settore meno virtuoso si conferma essere quello della Pubblica amministrazione, che solo nel 43% dei casi (industria e terziario arrivano al 66% e al 67%) riesce a fare qualcosa dopo aver svolto l'analisi della situazione, la diagnosi e la pianificazione degli interventi. Le cause di questo forte ritardo sono diverse, una risiede nella difficoltà di applicare ai bandi della pubblica amministrazione i contratti tipici dell'efficienza energetica.


venerdì 23 marzo 2012

Progetti di CO-Housing sostenibile


Oggi vorremmo dare evidenza a questo interessante progetto a Roma:

L’associazione E-Co-Abitare vuole dare vita ad esperienze innovative dell’abitare, nella città metropolitana e non solo, fondate sull’idea di comunità solidali ed eco-sostenibili, che promuovono al loro interno progetti socio-culturali.
L’associazione si ispira ai principi della solidarietà, del rispetto dell’ambiente e della riduzione dei consumi; concorre a costruire culture di pace, di condivisione, di scambio intergenerazionale ed interculturale.

Il termine Cohousing significa co-abitare, ed indica una stile di vita che combina l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai-da-te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini…). Sono composti, in genere, da 20/40 unità abitative (famiglie e single), che si sono scelti ed hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato”, con spazi privati (la singola abitazione) e spazi comuni (i servizi condivisi).
La progettazione è partecipata, sia delle strutture edilizie (concepite per facilitare i contatti e le relazioni sociali) che della comunità: cosa e come condividere, come gestire i servizi e gli spazi comuni.
Le strutture edilizie (ristrutturazioni o nuove edificazioni) sono improntate alla sostenibilità ambientale ed alla bio-edilizia.

[ Testo tratto direttamente dal sito dell'associazione: www.ecoabitare.org ]

venerdì 16 marzo 2012

Le eco-case popolari: la Francia dà il buon esempio

La Francia attacca la crisi finanziaria con la sostenibilità: dal 2009, infatti, è attivo l'eco-prestito per le case popolari.
Si tratta di un fondo a tasso agevolato o addirittura a tasso zero che mira alla riqualificazione energetica delle case popolari cosiddette energivore.

In seguito al Grenelle Environnement, tavolo politico di concertazione sull'ambiente tenutosi nel 2007, il Ministero francese per l'Ecologia, lo Sviluppo Sostenibile, i Trasporti e l'Edilizia Abitativa ha sbloccato 1,2 miliardi di euro, durante i primi due anni del programma previsto per il periodo 2009-2020, per riqualificare energicamente 100.000 case popolari considerate ad alto impatto ambientale. Il che, tradotto numericamente, vuol dire portare case dal consumo uguale o superiore ai 230 kWh/m2 all'anno ad avere un consumo di massimo 150 kWh/m2. Questo tipo di prestito si applica non solo alle case popolari, ma anche alle case di proprietà.

Durante il consiglio dei Ministri tenutosi il 25 Gennaio 2012, è stato rinnovato l'impegno francese di muoversi verso un'edilizia abitativa sempre più green. Già nel 2011, un anno dopo i primi finanziamenti, il numero di case popolari qualificate come costruzioni a basso consumo ammonta al 60%, contro il 34% dell'anno precedente; per il 2012 si prevedono altri 120.000 prestiti per la costruzione di eco-case popolari. L'obiettivo è di riqualificare una media di 70.000 case all'anno fino al 2020. Inoltre, la metà risparmi che derivano dall'abbattimento del consumo energetico, finiranno nelle tasche dei proprietari o affittuari principali delle case.

Nella nostra Italia ci sono già progetti avviati su questo fronte: nel 2011 già in Lombardia e Veneto, ad esempio, sono stati erogati quasi 300 milioni di euro per l'assegnazione di case popolari a impatto ambientale ridotto: si tratta di prefabbricati in legno o materiali misti, come acciaio, cemento leggero e lane artificiali, che saranno affittati o venduti a famiglie e coppie che si trovano in una situazione di difficoltà economica. Grazie ai materiali di costruzione, queste abitazioni abbattono del 50% circa il consumo di energia per il riscaldamento (da 15 a 7 lt di gasolio per m2), sono anti-sismiche e, grazie alle vernici ignifughe, anche anti-incendio.

Basta quindi con i casermoni che invadono e abbruttiscono le periferie delle città e via libera al social housing sostenibile.

[ Articolo scritto da Martina del blog pilloledisopravvivenza.wordpress.com ]

giovedì 8 marzo 2012

Dal bosco alla casa di legno

Lo scorso 22/11/2011 il PEFC Italia ( www.pefc.it ) ha consegnato il Best Practice 2011 al progetto Sa Di Legno (www.sadilegno.it) . Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di importanti riconoscimenti attribuiti nel 2010 a questo progetto, tra i quali, il patrocinio dell’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), la prima certificazione di progetto PEFC in Italia, terzo caso nel mondo, i premi CasaClima Award e la Bandiera Verde di Legambiente.

Far parlare gli altri è il modo migliore per valutare la riuscita di un'impresa. Da qui la scelta di lasciare a studi scientifici, certificazioni e premi il compito di presentare l’abitazione denominata “La Casa di Legno Eco Sostenibile” ed il progetto Sa Di Legno che ne ha permesso la costruzione.
Un progetto che Sa Di Legno ma anche di etica personale e collettiva, d’innovazione, di sapere tradizionale, di bosco, di corretta gestione forestale, di contenimento dei cambiamenti climatici, di sviluppo locale e di persone che hanno contribuito alla realizzazione del sogno. Oggi Sa Di Legno è la dimostrazione di come sia possibile modificare gli oggetti che produciamo e l'uso che ne facciamo in accordo con la vita. La nostra e quella delle generazioni future.

Dai boschi della Val Pesarina (UD), nel 2007, ha avuto origine il viaggio (guarda il video) progettato e realizzato dall'ingegnere marchigiano Samuele Giacometti per dare alla sua famiglia la dimora sognata.
Un viaggio che Sa Di Legno, realmente sostenibile per l’ambiente, l’economia e la società, capace di valorizzare, oltre alle risorse naturali, anche i saperi di artigiani locali.
A compierlo il legno delle 43 piante utilizzate per realizzare La Casa di Legno Ecosostenibile, punto di arrivo di una filiera interamente contenuta all’interno dell’“anello della sostenibilità”, oggetto di uno studio svolto in collaborazione con il “Laboratorio LCA & Ecodesign” dell’ENEA di Bologna che ha permesso di dimostrare la sostenibilità ambientale del legno utilizzato, sulla base di dati quantitativi mediante un approccio scientifico rivolto all’intero Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment).

Un anello con raggio di 12 km e centro nel bosco “Fassa” è la forma tutta concreta che, contro il mito del “chilometro 0”, Sa Di Legno ha saputo dare al processo di trasformazione del legno da legno-bosco, gestito dall’Amministrazione Beni Frazionali di Pesariis secondo gli standard del PEFC, a legno-casa, certificata CasaClima Bpiù dall’Agenzia per l’Energia del Friuli Venezia Giulia( www.ape.ud.it ).

Certe imprese si possono raccontare solo attraverso un libro ed è anche per questo che è stato scritto da Samuele Giacometti “Come ho costruito la mai casa di legno” (Compagnia delle Foreste, 2011).

Dall’introduzione di Mauro Corona:

“...L’umanità non dovrebbe mai allontanarsi dal bosco perché s’allontana da se stessa.
Se non lo ha vicino dovrebbe almeno pensarlo. Ecco perché ammiro la scelta coraggiosa
e intelligente di Samuele Giacometti che un giorno decide di costruirsi una casa di legno…”


Sa Di Legno®

venerdì 2 marzo 2012

Ecologiche, semplici e moderne: le case di domani

In un mondo accelerato, segnato da continui cambiamenti, bisogna essere pronti ad adattarsi. HHD è un progetto che si occupa di pensare e realizzare case mobili che vadano incontro al desiderio di libertà e di movimento.
E all’ultimo Salone del Mobile sono state presentate le abitazioni ideate e realizzate da Aldo Cibic.

Il progetto si chiama “more with less” e rappresenta situazioni diverse, ma che hanno come comun denominatore un habitat attento alla socializzazione, al vivere lo spazio nel tempo libero. Tutto partendo da logiche di ecosostenibilità su cui ripensare il modo di costruire e di concepire l’abitare quotidiano.

L’idea di base è il modulo 4x4mt sul quale si è partiti per plasmare poi le svariate tipologie sviluppate. Sul modulo base sui sviluppa una pianta che crea una pianta originale. Ma la personalizzazione passa soprattutto per il contesto e l’ambiente circostante in cui il progetto viene inserito. Da qui poi le differenti scelte estetiche, le facciate (legno, verde, intonaco, metallo, etc.) e le coperture (piane o a due falde, calpestabili, verde, pannelli fotovoltaici) e ancora gli accessori per l’esterno (deck, verande, tende, fioriere, elementi divisori tra le case, etc.).

Si tratta di sintetizzare l’architettura in moduli, senza trascurare l’estetica domestica. Sintesi ma anche leggerezza ed elasticità: “oasi” funzionali agli orti, ai giardini, perchè solo nella progettualità organica dell’intero sistema vita è possibile costruire un sereno equilibrio fra uomo e natura. Insediamenti chiavi in mano, che rispondono ad ogni tipo di esigenza: da piccole unità monofamiliari a veri e propri insediamenti residenziali, da strutture per il campeggio ad attrezzati villaggi, fino ad alberghi di tre piani customizzabili su misura. Case belle, adattabili a diverse situazioni e veloci da costruire.

Il concetto a fondamento della cellula base è la possibilità di modificarsi con concatenazioni successive, prova di un concept pensato nel tempo, che non si esaurisce ma può crescere con interpretazioni infinite e successive. Tra i primi interpreti di questo sistema c’è proprio Aldo Cibic, che già nel 2004, con il progetto Microrealities, aveva iniziato a lavorare su un modello di vita più in sintonia con un modo di vivere in armonia con ambiente e risorse.
Un modello già pronto per domani.


Link correlati:
www.morewithless.it
www.hhd.it
www.cibicpartners.com

[ Articolo di Leonardo Sunsilmassi - Fonte: http://atcasa.corriere.it ]